IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
“Ringrazio i professori che hanno illustrato in modo affascinante non solo la figura di Ovidio ma il senso e l’importanza della cultura, per questa città e per il Paese, come base dell’impegno in ogni settore della comunità. Oggi celebriamo una figura in cui Sulmona si ritrova ma anche l’intera cultura e non soltanto nel nostro Paese. Non è un caso che Dante colloca Ovidio al vertice della cultura classica accanto ad Omero, Virgilio, Orazio e Lucano. Una figura che richiama la ricchezza di questa regione e di questa città. Siamo stati poc’anzi davanti alla statua di Ovidio e quella statua è incoronata da una cinta di montagne. Non è una giornata di evasione dalla realtà quella di oggi. Al contrario il pensiero va al terremoto dell’Aquila, alle sue vittime, alle sue distruzioni, all’opera intensa di ricostruzione in corso, il pensiero va ai terremoti che hanno colpito negli ultimi mesi il Centro Italia e questa regione. L’Abruzzo è stato colpito da scosse sismiche, da un maltempo mai visto da molti decenni, poi la tragedia di Rigopiano, la caduta dell’elicottero dei soccorritori su queste montagne, sono tutti elementi che riconducono alla realtà di oggi e agli impegni che abbiamo. Un pensiero va a Fabrizia Di Lorenzo e ai suoi familiari. Il pensiero delle difficoltà richiama in maniera vigorosa all’importanza della cultura, senza la quale non vi è la capacità di affrontare i problemi, fronti, difficoltà, il nostro futuro. La nostra identità, la nostra condizione, si collega alla cultura, a quella a cui siamo nati, a quella che abbiamo di fronte, perché soltanto in questo modo possiamo affrontare il futuro delle nostre comunità. E questo è l’augurio che rivolgo a questa città che ha una grande storia e che merita un futuro adeguato, a questa regione, a tutti i sindaci degli altri comuni, nei cui confronti esprimo grande solidarietà, per il loro impegno e per la loro attività, sempre faticosa ma preziosa. Il nostro Paese è nel mondo visto, apprezzato e amato in larga misura per il suo patrimonio culturale, perché portatore di questa straordinaria dimensione culturale, di cui oggi abbiamo avuto grazie ai professori qui presenti un richiamo. Questa condizione ci rende forti come comunità nazionale anche su altri versanti, come quello dell’economia e del sociale. In questa nostra identità e in queste radici abbiamo un grande punto di partenza e dobbiamo coltivarlo, curarlo e adeguarlo nel corso del tempo alle esigenze che nascono. E’ un augurio molto forte che rivolgo a Sulmona, all’Abruzzo, al nostro Paese”.
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