CORTE DEI CONTI CONDANNA TRE EX AMMINISTRATORI DI SCANNO

L’ex sindaco di Scanno, Eustachio Gentile, oggi commissario straordinario della Comunità Montana Peligna, è stato condannato dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale dell’Abruzzo, a pagare al Comune di Scanno 20.000 euro, come risarcimento danni per la mancata assunzione di una funzionaria vincitrice di un concorso espletato dal Comune e conclusosi con l’approvazione della graduatoria il 6 maggio 1998. I giudici contabili, oltre ad Eustachio Gentile, sindaco al momento dei fatti, hanno condannato anche Massimiliano Lavillotti e Emanuele Paulone, all’epoca assessori, a risarcire i danni al Comune per l’importo di 10.000 euro ciascuno. È questa la seconda condanna per danno erariale, che investe Gentile e la sua giunta, essendo stati già condannati, con sentenza in appello emessa dalla Corte dei Conti nel 2011, sezione Centrale d’Appello, per l’affidamento di un appalto per la gestione di alcuni servizi per la riscossione dei tributi al Comune di Scanno negli anni tra il 1999 e il 2003.  Il danno riconosciuto con sentenza, emerso in occasione del riconoscimento di debito fuori bilancio, deriva dalla liquidazione a favore della funzionaria Stefania Spinosa della somma di euro 127.757,26 (oltre accessori) a titolo di risarcimento dei danni subiti dalla stessa, per la mancata assunzione presso il Comune di Scanno, come vincitrice del concorso regolarmente svolto. Il collegio giudicante ha ritenuto fondata l’azione risarcitoria, “sussistendo tutti gli elementi costitutivi della responsabilità amministrativo-contabile”. “Il danno è costituito – secondo la motivazione della sentenza dei giudici contabili – dall’inutile aggravio di spesa sopportato dall’ente locale in conseguenza del risarcimento dei danni da esso pagato in favore della vincitrice di un concorso pubblico, mai assunta in servizio, all’esito del conseguente contenzioso dinanzi al TAR Abruzzo, il quale ha ravvisato nella fattispecie una evidente condotta illegittima dell’amministrazione locale”. In considerazione di alcuni elementi emersi nella discussione e del contributo concausale astrattamente imputabile all’operato di terzi, i giudici contabili hanno ritenuto di dover limitare a 40.000 euro la responsabilità amministrativa dei tre ex amministratori comunali.


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