LO SQUILLO DELLE CHIARINE PER L’ADDIO AD ANGELO MEROLA
Lo squillo delle chiarine ed i tamburi della Giostra Cavalleresca oggi pomeriggio hanno salutato per l’ultima volta Angelo Merola, sul sagrato della chiesa di S.Maria della Tomba. Oltre un migliaio sono stati i presenti al rito funebre celebrato nella chiesa di S.Maria della Tomba dal parroco don Ramon Peralta. Stendardi e bandiere della Giostra e di Borghi e Sestieri, listati a lutto, si sono disposti intorno alla bara, avvolta da una bandiera di quell’associazione Giostra che Angelo ha amato. Stipati nei banchi della chiesa tanti giovani di Borghi e Sestieri con il loro foulard. Sono sbandieratori, musici, figuranti, quel Popolo della Giostra che è stata seconda famiglia di Angelo. In lacrime anche i dirigenti dell’associazione Giostra vicino ai familiari e al feretro, ai piedi dell’altare. In chiesa anche il sindaco Annamaria Casini, il presidente del Consiglio comunale, Katia Di Marzio e la senatrice Paola Pelino. Molti anche gli amici della Giostra, provenienti da fuori città, che non vogliono mancare per l’ultimo omaggio ad Angelo. Tra loro spicca il console dell’Ambasciata d’Australia in Italia, Louise Madeleine Smith. Tra le corone di fiori, dei suoi amici e colleghi, di tante associazioni cittadine, c’è anche la corona del gruppo di Colchester, che partecipa alla Giostra d’Europa. I soci dello Sci Club Sulmona, nella loro divisa, sono gli amici che hanno condiviso gli ultimi giorni con Angelo, nello sfortunato soggiorno in Austria. “Nel credente il dolore, il dramma, le difficoltà devono spingere ad amare ancor più Dio e ad avere fiducia sempre in lui” dice nell’omelia don Ramon. Appena dopo la santa messa, alla quale partecipa anche il vescovo Angelo Spina, prende la parola Toni, uno dei due figli di Angelo. “Anzitutto ringrazio coloro che hanno avuto il privilegio di avere papà per amico” ha detto Toni, poi ha ricordato il padre come uomo che sapeva affrontare ogni problema “con onestà, con ironia, con cuore” e “quel cuore batteva forte per noi, per questa città, per le sue montagne”. “Angelo ha dimostrato grande disponibilità verso tutti, in ogni momento, era un volontario al servizio della città” ha detto Domenico Taglieri, presidente onorario della Giostra, a stento trattenendo le lacrime. “Angelo non era solo un uomo della Giostra ma era di tutta la città – ha proseguito Taglieri – il suo ultimo sogno è stato quello di ridare una radio a questa città, perché pensava che fosse il mezzo che consentisse, tra gli altri, di aiutare la città a superare questo momento difficile”. Taglieri conclude promettendo che il legame con Angelo non finirà con la sua scomparsa. Per l’ultima volta, in chiesa, il commissario della Giostra, Maurizio Antonini, chiede di riascoltare, per pochi istanti, la “voce” del torneo di piazza Maggiore. Un brivido di commozione scuote tutti: “Cavalieri in campo per cinque minuti, senza lancia e senza andare sugli anelli”. Erano le parole che Angelo pronunciava, con il suo caldo timbro di voce, per annunciare l’avvio delle sfide tra cavalieri. La bara portata a spalla dagli amici più stretti è uscita in silenzio dalla chiesa, passando tra le bandiere di Borghi e Sestieri. Poi sulla piazza, in muta commozione, il suono di chiarine e tamburi segna l’addio ad Angelo.
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