“E DISSERO JAMM’ MO'”, IL RICORDO DEI MOTI ATTRAVERSANDO LA STORIA DELLA CITTA’ (video)
“Probabilmente la gente peligna, tanto fiera, non si è mai ribellata in pieno ad un certo stato di cose e dopo i fatti di Jamm’ mo’ è stata quasi dimenticata”. Lo ha detto Gianni Letta, ex sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e giornalista di lungo corso, già direttore del quotidiano “Il Tempo”, che ieri pomeriggio, al Teatro comunale, è stato tra i protagonisti dell’incontro di presentazione del libro “E dissero Jamm’ mo'”, opera dell’avvocato Lando Sciuba, ex sindaco, che ha voluto ricostruire, con profondità di analisi, i fatti del 2 e 3 febbraio del 1957, i moti sulmonesi, che si offrirono a diverse interpretazioni e che a distanza di sessant’anni continuano a suscitare interesse. Letta ha spiegato che il padre, come scritto nel volume di Sciuba, fu tra gli studiosi che all’indomani dei moti di Sulmona vollero approfondire le cause ed il significato di quei fatti che grande risonanza ebbero nei quotidiani nazionali. Il convegno, con una larghissima partecipazione di pubblico, è stato presieduto da Giuseppe Evangelista con Lando Sciuba ed ha visto gli interventi di Luciano Angelone, Mauro Calore, Vittorio Masci, Giovanni Ruscitti e Walter Cavalieri. Tutti hanno ripercorso i momenti salienti di quei fatti, che rappresentano un capitolo spesso evocato in città nei momenti difficili. Ma soprattutto quel capitolo di storia cittadina è considerato ormai irripetibile. La città diede dimostrazione di unità e di forza ma poco poi ottenne da quella rivolta. Eppure, come è stato sottolineato in alcuni interventi, Sulmona da quegli anni e fino a tutti gli anni Settanta visse un’era di crescita economica, legata anche alle capacità dimostrate dalla classe politica dell’epoca, di cui pure non sempre viene espresso un giudizio positivo. Infatti a cavallo tra i primi anni Sessanta e la fine dei Settanta la città conobbe lo sviluppo verso un nuovo popoloso nucleo abitato, quello sorto al di là di ponte Capograssi ed ebbe anche un suo sviluppo industriale, con l’insediamento di aziende importanti, a cominciare da Fiat e Adriatica componenti elettronici. Poi, con l’inizio degli anni Ottanta, Sulmona e il comprensorio si sono avviati sulla china del declino. Ma mentre la classe politica locale del tempo della rivolta di Jamm’ mo’ non ebbe collegamenti con la classe politica nazionale, gli anni successivi Sulmona e il Centro Abruzzo godettero della presenza di loro parlamentari ma i frutti sperati, spenta quell’ultima fiammata di orgoglio cittadino, non vennero mai colti o furono comunque di minor consistenza rispetto alle legittime aspettative della cittadinanza peligna. Probabilmente gli ultimi bagliori di quell’epopea s’intravidero verso la fine degli anni Ottanta, con la battaglia per la Provincia del Centro Abruzzo, alla quale presero parte anche alcuni tra i protagonisti valorosi dei fatti del 1957, come Vincenzo Masci e Pasquale Speranza.
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