INAUGURATO ANNO GIUDIZIARIO, LEGNINI: PER TRIBUNALI SOPPRESSI OCCORRE NUOVA E DIVERSA SOLUZIONE LEGISLATIVA
Il nodo dei tribunali abruzzesi soppressi e in proroga fino al 2018 è stato al centro della giornata dedicata all’inaugurazione dell’Anno giudiziario. A gettare luce sul caso dei tribunali soppressi è stato il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini che ha auspicato una “nuova e diversa soluzione legislativa” sul caso. “Gli uffici giudiziari abruzzesi negli anni successivi al terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009 sono stati investiti da diverse problematiche che non hanno consentito il pieno dispiegarsi delle capacità di produrre prestazioni più elevate, seppur in un quadro complessivamente positivo – ha detto Legnini – mi riferisco, in particolare, alle incertezze scaturite dalla programmata soppressione di quattro uffici giudiziari su otto, che ha determinato rallentamenti di vario genere e un indebolimento degli organici. Una decisione, adottata da un legislatore assediato dall’emergenza, che mi auguro possa, al più presto, trovare una nuova e diversa soluzione legislativa alla quale so che stanno lavorando il sottosegretario Chiavaroli, che desidero ringraziare per il suo impegno, insieme ai parlamentari di tutte le forze politiche ed alla Regione”. A margine della cerimonia, Legnini si è detto favorevole ad una proroga dell’attuazione della riforma, programmata per il 2018, da adottare da parte del governo.”Il previsto accorpamento dei quattro tribunali sub-provinciali, stabilito sin dal 2013 ma oggetto di proroga sino alla fine del 2018, ha di fatto congelato le piante organiche, già considerate accorpate a livello ministeriale, sì che si è arrivati al paradosso di mantenere in piedi, pretendendone il regolare funzionamento, uffici giudiziari che non risultano più inseriti tra i destinatari di risorse umane e materiali, con il risultato di impoverire ulteriormente tutti gli uffici, senza alcuna immediata prospettiva di miglioramento”. A lanciare l’allarme, nel corso della relazione sull’ amministrazione della giustizia letta nella cerimonia, è stata la presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera. Come ha ricordato, sul tema dell’accorpamento “sono state sollevate, come è ovvio e forse giusto, molte perplessità, se non convinte contestazioni, in ordine alla opportunità di sopprimere ben quattro sedi giudiziarie, alcune di antica istituzione, tanto più che queste hanno offerto al territo-rio un servizio di certo positivo”. In ogni caso, “per l’innovazione tecnologica, per la ormai necessaria specializzazione richiesta ai giudici, è giunto il momento di tenere adeguatamente conto del fatto che la dimensione minima di un ufficio giudiziario efficiente è certamente maggiore di quella dei nostri quattro tribunali sub-provinciali”. In conclusione, sempre secondo la presidente Francabandera, “la scelta di proseguire o interrompere questo progetto riformato-re ormai divenuto legge è, e non può che essere, squisitamente politica, perché solo chi ha il mandato popolare può soppesare le diverse e spesso contrastanti esigenze, valutando se privilegiare il dato dell’efficienza degli uffici o quello della presenza capillare sul territorio, individuando tra queste il miglior livello possibi-le di sintesi e rispondendo alla cittadinanza della bontà delle sue scelte”.
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