OPERAZIONE FENICE, GLI ARRESTATI INTERROGATI DAL GIP: QUASI TUTTI SCELGONO IL SILENZIO
Si sono avvalsi quasi tutti della facoltà di non rispondere i sette arrestati con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti, comparsi questa mattina davanti al Gip del Tribunale di Sulmona, Marco Billi. Unico a rispondere alle domande del giudice è stato Francesco Tirimacco. Il giovane, agli arresti domiciliari, ha respinto l’accusa di essersi recato alla fermata dell’autobus per ritirare una valigia contenente 20 chilogrammi di hascisc, secondo quanto emerso dalle intercettazioni. Tirimacco ha ammesso di aver accettato di ritirare la valigia con la “roba”, per una leggerezza ma poi all’ultimo momento non avrebbe dato seguito a quell’iniziativa. Il suo avvocato, Alberto Paolini, ha chiesto al giudice la revoca della misura cautelare, facendo rilevare la necessità che l’assistito possa riprendere la propria attività lavorativa. Invece gli altri sei non hanno risposto alle domande, scegliendo il silenzio. Massimiliano Le Donne ha soltanto dichiarato l’estraneità del fratello Lorenzo alle accuse. Il fratello si sarebbe trovato solo casualmente nella sua abitazione, durante le conversazioni intercettate. Nei prossimi giorni verrà interrogato anche Salvatore Moreci, cinquantenne aquilano, originario di Termini Imerese, ancora rinchiuso nel carcere Regina Coeli di Roma. Gli altri coinvolti nell’operazione Fenice, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sulmona, sono Giovanni Gigante, Edoardo Bighencomer, Andrea La Civita, tutti sulmonesi e l’albanese Domeniko Elezi, residente a Pratola Peligna. Tutti gli avvocati degli arrestati hanno chiesto la revoca della custodia cautelare, in carcere e ai domiciliari. Il Gip Billi martedi prossimo deciderà sulle richieste degli avvocati.