OSCAR FUA’, MARTIRE DELLA RESISTENZA E LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI NEL LIBRO DI PUGLIELLI
Nonostante Sulmona fosse stata già liberata Oscar Fuà decise di arruolarsi nella Brigata Maiella e a Brisighella, in Romagna, cadde sotto i colpi dei nazisti, il 4 dicembre 1944. L’adesione di Oscar, appena diciassettenne, alla Brigata Maiella è uno dei fatti più straordinari della sua vicenda, sottolineato da Francesco Susi, sulmonese e già preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, che ha curato la prefazione al libro “Oscar Fuà, patriota della Brigata Maiella” presentato oggi pomeriggio, a palazzo Sardi, nella sala conferenze della Comunità Montana. Insieme al professore Susi sono intervenuti Edoardo Puglielli, docente di Storia e Filosofia nei Licei e autore del volume e Guido Cohen, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane. Cohen ha sottolineato il contributo cospicuo che gli ebrei italiani diedero alla lotta di Liberazione dal nazifascismo. Parente dello stesso Oscar Fuà, Cohen ha ripercorso in breve la storia della famiglia, di origine ebraica e convertita alla religione cattolica, sperando di sfuggire alla persecuzione razziale e con l’entrata in vigore delle leggi razziali, varate dal regime fascista, costretta a dure prove. I figli, espulsi dalla scuola, infatti vennero affidati a famiglie amiche, per essere sottratti alla persecuzione. Susi poi ha ricordato il contesto nel quale s’inserisce la vicenda delle persecuzioni razziali e ha sottolineato come gli ebrei perseguitati fossero oggetto di discriminazioni e ricatti. Lo stesso Guido Fuà, padre di Oscar, subì le angherie di un fascista sulmonese che spesso prendeva capi di abbigliamento dal suo negozio, senza mai pagare. “Una volta che Oscar tentò di ribellarsi al sopruso il fascista tirò fuori di tasca una pistola minacciandolo” ha ricordato Susi. In questo clima maturò la scelta di Oscar di aderire alla lotta contro l’occupante tedesco e il regime fascista. Infine Puglielli ha posto attenzione sull’opera svolta, con l’ausilio di documenti e con le interviste ai fratelli di Oscar Fuà, Sandro e Luciano. Un lavoro attento di ricostruzione della breve ma significativa vicenda del giovanissimo patriota della Brigata Maiella, nel quadro delle leggi razziali del 1938, poi ribadite dalla stessa Repubblica sociale italiana di Salò, con la Carta di Verona.
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