AL VIA “RESTART” COLLETTIVA DI GIOVANI ARTISTI NELLA “SALA AVORIO” DI PRATOLA

Al via una mostra collettiva di giovani artisti intitolata “Restart ,to start again or to make something start again”che la “Sala Avorio” a Pratola Peligna ospiterà per un mese fino al 18 gennaio. L’inaugurazione si svolgerà domenica 18 dicembre, alle 11, in Vico Arco Santoro 10 (P. Madonna della Libera). Gli artisti e i curatori accoglieranno gli ospiti con un aperitivo di benvenuto, ma l’evento proseguirà anche nel pomeriggio. “Sala Avorio”, ricavata da un fondaco che ha avuto molte vite, in un palazzo storico della città, è uno spazio privato appena ristrutturato secondo criteri antisismici, dove organizzare eventi, feste, mostre, conferenze, film, servizi fotografici e concerti. Con una capienza di 80 coperti, è dotata di impianti di riscaldamento, acustici e di proiezione, di 3 ingressi nonché dei più moderni sistemi di sicurezza. Si potrà visitare la mostra dal martedì al venerdì 18.00-19.30; sabato e domenica 17.30-19.00. Chiusura 24, 25 e 31 dicembre 2016, 1° gennaio 2017.Selezione e allestimento a cura di Pasquale Di Loreto e Marco Maiorano. “Rimettiamo in moto un progetto dopo una lunga pausa forzata, con lo stesso entusiasmo del 2008 ma in uno spazio recuperato alla vita dopo il sisma del 2009 e con un diverso approccio alle modalità, ai contenuti e ai pubblici” spiegano gli organizzatori.  Avviato con un seminario sulla riforma costituzionale, il nuovo progetto culturale si manifesta ora con una mostra collettiva di artisti, in parte già presenti in quella che fu Avatars Gallery, cui oggi si aggiungono talenti emergenti e nomi affermati nel panorama artistico contemporaneo: Alessandra Carloni, Sara Chiaranzelli, Matteo Clementi, Barbara Duran, Silvio Formichetti, Graziella Gagliardi, Tina Sgrò. Diversi per età, storia, stili ed esperienza offrono sensibilità e letture diverse dell’agire contemporaneo: dall’espressione favolistica e sognante del rifugio dell’anima al senso di incomunicabilità e straniamento dal vissuto quotidiano; dalla pittura che finalmente diventa denuncia politica alla ricerca della rappresentazione dell’essere umano nella sua dualità e vulnerabilità; dalle tracce della memoria in interni quotidiani cristallizzati all’energia della materia e agli squarci di luce che filtrano dall’esistenza o ai toni sanguigni delle carni abrase e agli sguardi requirenti.