GIOVANI COMUNISTI: MANIFESTI ELETTORALI DEL PD ABUSIVI
La Federazione giovanile comunista accusa il circolo Pd sulmonese per l’affissione abusiva di manifesti elettorali, ricordando che la propaganda elettorale fuori degli spazi disposti per l’affissione, da venerdƬ 4 novembre scorso ĆØ fissata negli spazi preposti dal comune ed ĆØ proibita fuori dagli stessi, a norma della legge 4 aprile 1956, n. 212. “Unāaffissione abusiva in piena consapevolezza dāoltraggio alle norme per il rispetto della par condicio elettorale che il Partito Democratico sulmonese ha commesso in barba al valore demotico del referendum in oggetto. Un controsenso palese, che come un boomerang si ripercuote a nuocere su chi lāha lanciato” accusa Giacomo De Fanis, del coordinamento nazionale dei Giovani Comunisti. “I toni e i modi che questa campagna referendaria ĆØ andata sempre piĆ¹ assumendo per mano del partito-nazione, capeggiato dal premier, affiancato da tutta la filiera di amministratori di parte, nazionali, regionali, provinciali e locali, e caldeggiato da una nutrita serie di ammiratori diffusi, ci lasciano sempre piĆ¹ esterrefatti e sgomenti” prosegue De Fanis. “Lo stile perfettamente regimentale della propaganda improntata dal āfronte del sƬā testimonia a tutte le italiane e a tutti gli italiani lo spessore morale di questi āriformatoriā. La scorrettezza adottata a tutti i livelli, per prevaricare lāavversario sul piano della diffusione delle idee, ci preoccupa non soltanto allāestero, dove i nostri concittadini hanno ricevuto una lettera con le sole indicazioni di voto per il āsƬā, anche a spese di noi contribuenti (ricordiamo che il PD riceve ancora in larga parte fondi di provenienza pubblica), ma anche a livello locale, dove ai āfrontistiā gli atti incresciosi sembrano proprio non bastare, perchĆ© ai danni dei comitati promotori del ānoā al referendum sono stati strappati TUTTI i manifesti appena incollati nel comprensorio” ha aggiunto l’esponente della Fgci, concludendo che “non vale come prova di una responsabilitĆ diretta in tribunale, ma non ci vuole un genio a supporre che gli artefici dellāatto vandalico non siano dei semplici bricconi, ma personaggi dāopposta fazione politica che hanno voluto danneggiare il lavoro onesto dei loro avversari”.