
PALAZZO S.FRANCESCO NON E’ SICURO, I COMUNALI CHIEDONO TRASFERIMENTO
I dipendenti comunali preoccupati di lavorare nelle stanze di palazzo San Francesco, dopo gli ultimi eventi sismici, chiedono al sindaco Annamaria Casini di essere trasferiti in locali dotati di sicurezza sismica e più moderni. Al riguardo due petizioni sono state sottoscritte dalla quasi totalità dei dipendenti. Nella prima i comunali chiedono al sindaco Casini e all’assessore, Mario Sinibaldi l’individuazione di una commissione tecnica che con i tecnici della Protezione civile stabilisca il grado di sicurezza e di vulnerabilità sismica di palazzo San Francesco e della caserma Pace, dove sono sistemati gli uffici del settore dei servizi sociali, dello sport e della cultura. Nella seconda petizione i dipendenti il trasferimento immediato in locali sismicamente protetti. “Non possiamo lavorare con la preoccupazione che un eventuale terremoto non ci dia scampo”, ripetono molti dipendenti, anche ieri pomeriggio lungo i corridoi del palazzo municipale mentre era in corso la seduta di consiglio comunale. “In questi giorni si ascolta spesso il parere di esperti, secondo cui il prossimo terremoto avverrà a Sulmona. Lo hanno confermato anche molti autorevoli esperti dell’Ingv, i quali non hanno escluso tale evenienza”. I dipendenti hanno evidenziato che bisogna agire da subito anche con decisioni eclatanti “perché i tempi tecnici per adeguare sismicamente i locali dello storico Palazzo comunale, sono troppo lunghi mentre il rischio è troppo grande”. L’assessore ai Lavori pubblici e alla Protezione civile Mario Sinibaldi ha confermato che già c’è un progetto di miglioramento sismico dell’edificio che prevede un impegno economico di 1 milione e 800 mila euro. “Al momento abbiamo a disposizione solo la metà della somma”, spiega Sinibaldi, “che comunque potrebbe consentirci di avviare i lavori di messa in sicurezza. Ma i tempi di realizzazione, tenendo conto delle attuali normative visto che Sulmona non è considerata una zona d’emergenza, sono abbastanza lunghi”. Per i dipendenti l’unica soluzione sarebbe il trasferimento degli uffici in un altro immobile, che potrebbe essere l’attuale edificio occupato dalla Asl, sede del Centro di Salute mentale e che in passato ha ospitato il Liceo classico.