
GIORNATA DELLA LEGALITA’: DON CIOTTI, I GIOVANI HANNO BISOGNO DI BUONI ESEMPI
Ha assunto una valenza ancora più significativa per i giovani la Giornata della Legalità, che questa mattina si è celebrata nel Teatro di Sulmona, nei giorni in cui il Palazzo di città è stato travolto dalla tempesta giudiziaria sull’assenteismo (clicca). Che i ragazzi abbiano bisogno di esempi e speranze e di trovare credibilità e coerenza lo ha sottolineato sul palco del “Caniglia” Don Luigi Ciotti, sacerdote fondatore di Libera, coordinamento di associazioni antimafia, e del Gruppo Abele, impegnato nell’aiuto dei tossicodipendenti e nella cooperazione internazionale. “I ragazzi non cercano adulti perfetti, ma gente che abbia sincerità e passione. Una società mortifica sè stessa, se non scommette sui giovani” ha affermato Don Ciotti, facendo riferimento a quel grido forte che arriva dalla disoccupazione giovanile e che bisogna raccogliere. Il sacerdote, sempre scortato, ha guidato il lungo “corteo dei 100 passi”, composto da studenti e insegnanti, marciando, in un simbolico silenzio, dal Liceo “Vico” fino al teatro. La legalità è un termine usato da troppi, anche da chi la calpesta. E’ il concetto espresso sul palco da Don Ciotti, apertamente schierato contro la criminalità organizzata, testimone infaticabile della lotta alle mafie, vicino agli ultimi, ai giovani, testimone di legalità e costruttore di speranza. Ha parlato davanti alla folta platea di studenti del Polo Umanistico Ovidio, di autorità militari e civili e religiose. “Molti hanno scelto la legalità malleabile e sostenibile” ha commentato Don Ciotti, spiegando l’importanza di saldare alla legalità l’educazione alla responsabilità. Ed è proprio “La forza dell’educazione può cambiare il mondo” il tema dell’evento, organizzato dal Liceo Vico in collaborazione con l’associazione Libera. Secondo la preside, Caterina Fantauzzi, “la legalità deve entrare nella quotidianità con il rispetto delle regole e degli altri. Sul palco il vescovo Angelo Spina e il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, la quale ha fatto riferimento all’inchiesta sull’assenteismo, che ha visto la metà dei dipendenti comunali finire sotto inchiesta, sottolineando l’importanza della necessità di ricostruire il tema di cittadinanza.