
COMUNALI SOTTO INCHIESTA, ECCO LE NUOVE REGOLE CONTRO L’ASSENTEISMO
L’uso del telefonino personale è consentito solo per necessità assoluta e urgente, come pure utilizzare per motivi personali il telefono di servizio. E’ uno degli obblighi prescritti ai dipendenti comunali nella circolare emessa appena otto giorni fa, il 18 ottobre scorso, dall’assessore al Personale, Cristian La Civita e dalla dirigente ad interim dello stesso settore, Filomena Sorrentino. Sotto la spada di Damocle dell’inchiesta in corso da parte delle Fiamme gialle l’assessore e la giunta comunale hanno avvertito l’urgenza di porre riparo ad un malcostume diffuso diventato per tanti dipendenti consuetudine consolidata. Altra prescrizione riguarda l’uso strettamente personale del badge che attesta la presenza in servizio e qualsiasi movimento del dipendente, sempre però autorizzato dal dirigente, evitando di violare norme penali e di incorrere in sanzioni anche disciplinari e contabili. Anche la pausa caffè è consentita ma solo quando l’orario di lavoro superi le sei ore. Per rimediare ad assenze temporanee, ma pur sempre assenze dal proprio ufficio, la circolare impone anche la presenza in ufficio durante gli orari di ricevimento del pubblico. E’ accaduto anche spesso che alcuni cittadini abbiano trovato stanze vuote in orari di ricevimento o addirittura sbarrate le porte di alcuni uffici. L’organizzazione del lavoro, comprese le ore di straordinario, sono rimesse al potere decisionale dei dirigenti. Pugno di ferro dell’amministrazione comunale anche sul diritto dei dipendenti ai buoni pasto, uno dei punti più importanti sul quale la Guardia di Finanza ha puntato il proprio mirino nell’inchiesta. “Il buono pasto è corrisposto ai dipendenti che prestino attività lavorativa al mattino con prosecuzione nelle ore pomeridiane, con una pausa non superiore a due ore e non inferiore a trenta minuti – si legge nella circolare – poiché nel Comune di Sulmona sono previsti due rientri pomeridiani, il lunedì e il giovedì, in detti giorni è riconosciuto il buono pasto ai dipendenti aventi diritto. Al di fuori dei giorni suddetti, poiché la medesima disciplina si applica anche nei casi di attività per prestazioni di lavoro straordinario o per recupero, verrà riconosciuto il buono pasto solo se il lavoro straordinario o quello prestato per recupero sia stato preventivamente autorizzato dal dirigente di riferimento”. Nel frattempo il clima resta teso a palazzo S.Francesco e nell’ex Caserma Pace, dove sono gli uffici del settore sociale e culturale, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta con l’emissione probabile dei primi avvisi di garanzia per i dipendenti assenteisti.