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INCHIESTA SUL TERREMOTO, ARRESTI E SEQUESTRI PER IMPRENDITORI E TECNICI COMUNALI PELIGNI

Fa tremare imprenditori e tecnici comunali anche peligni l’inchiesta Heartquake, che significa terremoto. Dalle prime ore di questa mattina infatti è scattata una vasta operazione dei comandi del corpo forestale di Umbria e Abruzzo. Gli agenti della Forestale stanno eseguendo arresti e sequestri in particolare nei Comuni di Bussi e Bugnara. Sette persone, tra le quali  tre di Bussi ed uno di Pratola Peligna, sono state raggiunte da misure di custodia cautelare a seguito dell’inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica di Pescara. In arresto sono soprattutto imprenditori e tecnici comunali che stando alle accuse della Procura del capoluogo adriatico avrebbero messo su un sistema finalizzato a conseguire un illecito profitto mediante l’aggiotaggio e quindi la preventiva assunzione degli incarichi di progettazione degli aggregati edilizi del cratere aquilano, allo scopo di acquisire indebitamente una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche attraverso la corruzione di pubblici ufficiali, imponendo all’esterno condizioni contrattuali capestro per ditte costruttrici, a loro volta costrette ad erogare rilevanti somme di denaro per avere accesso al mercato degli appalti della ricostruzione, agevolati dalla totale contribuzione pubblica. Nel mirino della magistratura ci sono tre appalti di aggregati nel comune di Bussi, per un importo di 8 milioni di euro a cui il direttore dei lavori ha richiesto la corresponsione di una tangente in denaro pari al valore del 12 % degli appalti che a conti fatti ammonta alla somma di 960mila euro, da dividere con altri tecnici coinvolti. L’esito favorevole dell’istruttoria per la richiesta del contributo sarebbe stato garantito dal responsabile dell’Ufficio Tecnico della Ricostruzione n.5 del cratere aquilano che in contropartita della vendita degli atti del proprio ufficio otteneva la promessa della corresponsione di cospicue somme di denaro pari al 5% del valore complessivo degli appalti i quali raggiungevano importi superiori a 29 milioni di euro, considerando solo quelli già gestiti tramite il gruppo degli associati, oltre alla corresponsione di utilità varie, come i lavori edili gratuiti presso un abitazione di proprietà, la disponibilità di un’autovettura e l’assunzione di un familiare da parte di una ditta affidataria dei lavori. L’inchiesta della procura pescarese ha toccato anche Bugnara per l’appalto riguardante la ricostruzione della scuola elementare e materna Vittorio Clemente. Anche in questo caso l’appalto sarebbe stato al centro della divisione di tangenti. Il responsabile unico del procedimento, secondo gli inquirenti, avrebbe incassato una tangente di 10mila euro in contanti e una promessa di ulteriori 130mila in base ai vari stati di avanzamento lavori.  I reati che sarebbero stati commessi vanno dalla corruzione, all’induzione a dare o promettere utilità, dalla turbata libertà degli incanti e falso all’associazione a delinquere. Gli uomini della Forestale stanno eseguendo anche sequestri di beni mobili e immobili appartenenti ai sette indagati per oltre 330mila euro.