SLITTERA’ RIAPERTURA DELLE SCUOLE, INCERTI TEMPI DI RIENTRO E MUSP (VIDEO)
Alla ricerca di un piano B. Per i bambini delle scuole comunali sulmonesi l’anno scolastico probabilmente non comincerà il 12 settembre prossimo, come anche non riapriranno i battenti delle private l’8 settembre, al fine di permettere il prosieguo di controlli e ispezioni degli edifici, avviare un’organizzazione, così da garantire il ritorno sui banchi al più presto possibile, e cercare strutture alternative (come ex sede Cri che ospitò il Classico, palazzine Ater nella zona Peep oppure aule o spazi di alcune scuole) oppure ricorrere alla turnazione. Sarà questo il contenuto dell’ordinanza che sarà firmata a breve dal sindaco Annamaria Casini, annunciata oggi dallo stesso primo cittadino, in una partecipata assemblea organizzata dal neonato comitato “Scuole Sicure”, guidato da Barbara Zarrillo, davanti a tanti genitori e insegnanti (circa 500) nel piazzale della chiesa nella frazione Torrone (scelta un po’ come terra di mezzo), in cui i cittadini si sono dovuti riversare, dato che i locali della parrocchia non riuscivano a contenere un numero così alto di persone. Non c’è certezza, al momento, sulla riapertura delle scuole tanto meno sull’arrivo dei Musp (la cui costruzione richiede comunque molti giorni). Intanto la prossima settimana si svolgerà , nella sede della Regione, un incontro insieme a tutti i sindaci del territorio peligno con il governatore regionale Luciano D’Alfonso, il quale, mediante l’assessore regionale sulmonese, Andrea Gerosolimo, si è reso disponibile.
Consapevole che nonostante la responsabilità primaria il sindaco non possa agire da solo, la Casini richiederà una Conferenza di servizi con il Prefetto, i vertici regionali, tecnici e istituzioni. “Vogliamo che i nostri ragazzi possano andare nelle scuole sicure” ha detto, riferendo di aver incontrato ieri i dirigenti scolastici (incontro più che altro interlocutorio, in cui non si sono prese decisioni). “Sono in contatto continuo con tutti gli altri sindaci, compreso il presidente della Provincia, con il quale stiamo portando avanti questo percorso. Il Comune non ha le risorse per i Musp, ma abbiamo presentato richieste e ci stiamo attivando rapidamente per arrivare alla soluzione migliore”. Come non si ha, certamente, una bacchetta magica per agire nell’immediato al fine di dare concretezza a quelle risposte che pretendono i genitori. Una situazione delicata quella delle scuole sulmonesi, che, dopo i tragici fatti con il sisma del 24 agosto scorso, ha ricordato alla popolazione che esiste un rischio sismico, mai sopito, nonostante, forse, dopo il terremoto dell’Aquila, sia stato infilato nel dimenticatoio. Preoccupati molti genitori, tra un po’ di confusione e ansia tellurica, hanno voluto conoscere la situazione degli edifici scolastici in città e soprattutto sapere cosa fare nell’immediato futuro. Un migliaio circa hanno firmato una petizione (che sarà inviata al sindaco, al presidente della Provincia e ai presidi) preparata dal Comitato, con cui si richiede di conoscere “entro il 10 settembre la situazione strutturale aggiornata degli edifici scolastici di ogni ordine e grado appartenenti al territorio del Comune di Sulmona e tutte le eventuali iniziative che le amministrazioni intendono intraprendere per la messa in sicurezza nonchè le eventuali misure compensative provvisorie idonee, in vista dell’imminente anni scolastico”.
Un’iniziativa scaturita in seguiti ai dati pubblicati dalla stampa sulla valutazione della vulnerabilità delle scuole. Le mamme ed i papà presenti, che più di una volta hanno rivolto domande anche in maniera concitata, sono disposti a far disertare le lezioni ai propri figli in mancanza di situazioni non adeguate, proponendo un documento che sarà realizzato con la collaborazione di professionisti/genitori come ingegneri, geologi, architetti, tecnici. Dal coro, però, si dissociano voci di altri genitori, i quali, a margine dell’assemblea, hanno tenuto a specificare di essere in tanti a non condividere questo atteggiamento che definiscono “esagerato” in quanto ritengono che “non siamo terremotati e nonostante sia necessaria una prevenzione, come lo sarebbe stata urgente anche in questi sette anni, le scuole non sono inagibili”. Che Sulmona non sia una città in stato di emergenza lo ha detto subito il sindaco, in incipit del suo intervento, evidenziando la situazione di attesa nel portare a compimento i lavori su alcune strutture scolastiche, per le quali sono state già avviate le gare d’appalto. Al tavolo, a spiegare prima di tutto che “l’agibilità delle scuole è stata dichiarata dai tecnici della Protezione civile all’indomani del terremoto del 2009” è stato l’assessore comunale Mario Sinibaldi, il quale ha tenuto a specificare da subito la differenza tra agibilità e indicatori di rischio sismico, secondo valori ritenuti idonei al fine di finanziamenti, che detto in parole povere vuole dire che le risorse regionali vengono erogate se gli edifici vengono portati a un coefficiente di idoneità pari allo 0,65. “I tragici fatti di Amatrice sono serviti a Sulmona per prendere coscienza” ha sottolineato Sinibaldi, spiegando passo passo quanto fatto rapidamente finora. “Abbiamo attenzionato subito la Regione, avviato un’analisi delle proprietà comunali per trovare una soluzione. Abbiamo chiesto anche ai presidi la possibilità di utilizzare tutti gli spazi possibili. Abbiamo contattato anche le scuole private richiedendo i dati sulla loro situazione, che abbiamo inserito nella richiesta alla regione. I genitori devono collaborare con l’amministrazione, ragioniamo in maniera serena e non isterica”. Conclusioni dell’assemblea, a cui erano presenti anche gli assessori Santarelli e La Civita, oltre al presidente del Consiglio e alcuni consiglieri comunali, sono state affidate al sindaco che ha voluto sottolineare l’intenzione di “non voler mandare i bambini nelle scuole che non saranno sicure.