ODISSEA SANITA’: NIGERIANA HA RISCHIATO DI MORIRE, SALVATA NELL’OSPEDALE DI SULMONA

Rischia di morire per un’improvvisa emorragia causata da un aborto spontaneo. A salvarla, tra tante difficoltà dovute probabilmente a una serie di disfunzioni sui soccorsi, i medici del reparto di ginecologia dell’ospedale di Sulmona. La donna quando si è sentita male si trovava a Roccaraso, ma una volta arrivata all’ ospedale a Castel Di Sangro non ci sarebbe stata un’ambulanza disponibile per accompagnarla nella struttura ospedaliera di Sulmona, più attrezzata per affrontare l’emergenza. I soccorsi, grazie ai quali la donna è ancora viva, sarebbero partiti dall’ospedale peligno. Due ore e mezza in cui la donna avrebbe rischiato di morire.  Sottoposta a trasfusione sono state necessarie 5 sacche di sangue per riportare i valori vitali della donna alla normalità.  La paziente era arrivata all’ospedale di Sulmona, dopo i primi soccorsi prestati a Castel di Sangro, con una grave anemia e più precisamente con 3,5 g/dl di emoglobina a fronte di 12. Un caso che riaccende le luci i riflettori sulla sanità e la gestione delle emergenze nel Centro Abruzzo alle prese con una spoliazione continua di reparti e servizi e sulla carenza di personale e mezzi di soccorso che potavano costare la vita alla donna nigeriana. 

La precisazione del 118: “C’è stata una simultaneità di eventi urgenti che, nel territorio dell’Alto Sangro, si verifica in media una volta ogni 2 anni. Nonostante la rara coincidenza di chiamate”, aggiunge Bianchi, “la donna è stata prelevata a Castel di Sangro da un’ambulanza partita da Sulmona e poi trattata senza conseguenze per la sua salute”. La Asl, sottolinea, che “L’ambulanza è sempre prevista ma in quel momento era impegnata nel trasferimento urgente ad Avezzano di un paziente con ictus”