SANITA’, LA POLEMICA NON SI SPEGNE: MINORANZA ANCORA ALL’ATTACCO
Non si spegne la polemica sulla sanità dopo l’ultima seduta consiliare. E il consigliere comunale Fabio Ranalli torna ad attaccare i consiglieri di maggioranza Andrea Ramunno, Fabio Pingue e Deborah D’Amico. “Ho letto la lettera aperta dei tre consiglieri comunali Andrea Ramunno, Fabio Pingue e Deborah D’Amico e devo constatare che, anche dal linguaggio utilizzato in essa, ma soprattutto dal contenuto della medesima, oltre che dal comportamento da essi tenuto nella giornata di ieri 15 luglio, che gli stessi sono molto più “politici” di me, seppure (e fortunatamente) nell’accezione negativa che la gente dà a tale termine. Nel loro scritto provano a spostare l’attenzione sulle regole e sui termini di convocazione che disciplinano la convocazione del Consiglio comunale, sottacendo che nell’assise dei giorni scorsi tale problematica poteva essere superata attraverso un’autoconvocazione: inutile riferire che, proprio sulla predetta possibilità, hanno votato contro, sottraendosi al confronto su una problematica fondamentale per il nostro territorio, quale è quella dell’ospedale di Sulmona. Riferiscono strumentalmente che hanno condiviso tale tema con le organizzazioni sindacali, il tribunale dei diritti del malato e la minoranza consiliare: la realtà è che con la minoranza non è stato condiviso nulla, dato che è stato negato il confronto pubblico nel quale far comprendere alla cittadinanza quali sono le rispettive posizioni; nei giorni scorsi, inoltre, ci sono stati comunicati stampa del Tribunale del malato e dei sindacati nei quali, al contrario di quanto i giovani consiglieri affermano, emerge la contrarietà di tali organizzazioni al declassamento del nostro ospedale”. Secondo Ranalli “la maggioranza che sta amministrando la nostra città, oltre a non volersi confrontare con i cittadini che l’hanno democraticamente eletta, non ha alcuna intenzione di battersi per ottenere, quantomeno in deroga, come è accaduto per Avezzano, Lanciano e Vasto, il riconoscimento di ospedale di primo livello al nostro nosocomio. Sono disposti, questo sì, a raccogliere le briciole che il padrone farà cadere dalla sua tavola. Quanto appena detto è riferibile all’aspetto politico della vicenda”. Ma Ranalli si dice deluso per le dichiarazioni successive ai fatti rilasciate dal sindaco Annamaria Casini, oltre che per quanto sostenuto dai tre consiglieri comunali. “Prima hanno convocato la minoranza ad un incontro per parlare del piano sanitario regionale, in relazione all’ospedale di Sulmona; il sindaco, il presidente del Consiglio, l’assessore Paolo Santarelli ed i consiglieri Pingue, Ramunno e D’Amico, ovvero i presenti alla riunione, ci hanno fatto credere che lunedì sera alle ore 21, avevamo pure concordato l’orario ed i tempi dei singoli interventi, ci sarebbe stato il Consiglio comunale; immediatamente prima del Consiglio, venendo meno all’impegno assunto, ci hanno comunicato che lunedì 18 luglio non ci sarebbe stato alcun Consiglio; costretti a presentare tardivamente una domanda di attualità, seppure fosse nel potere dell’Ufficio di Presidenza dichiararne comunque l’ammissibilità, la domanda non è stata ammessa; su richiesta di procedere all’autoconvocazione del Consiglio la stessa proposta veniva bocciata”. “Il rammarico maggiore, però – prosegue Ranalli – dopo aver subito una presa in giro colossale, l’ho provato nel prendere atto che il Sindaco ed i tre consiglieri hanno pubblicamente negato di aver raggiunto l’accordo con la minoranza a celebrare il Consiglio del 18 luglio. Dopo il danno, la beffa: mi è stato dato, anzi ci è stato dato, pubblicamente, del bugiardo. Ecco perché comprendo anche la sfiducia manifestata oggi stesso dal collega Lucci nei confronti del Sindaco, del Presidente del Consiglio e di coloro che erano presenti all’incontro. Quanto accaduto è grave dal punto di vista etico e va a condizionare, se non a minare, la serenità dei prossimi incontri ed appuntamenti politici; come ho già detto, mi sono reso conto di non essere un politico e, ne sono orgoglioso, di essere di un’altra pasta: sono di quelle persone cresciute con la forza ed il valore della “parola d’onore”. Ranalli conclude ritenendo che la città abbia compreso chi abbia detto la verità, agendo correttamente. “Mentre oggi, probabilmente dopo l’ennesimo input di “qualcuno”, i giovani si svegliano e provano a cambiare le carte in tavola, aiutati dagli ultras di Facebook” accusa ancora il consigliere di minoranza. “Questo comportamento fa inorridire. Sarebbe bastato che quando Mangiafuoco, subito dopo l’incontro di ieri, ha ordinato loro “questo Consiglio non s’ha da fare”, ci avessero chiamato e comunicato il loro dietro front o, meglio, sarebbe bastato scusarsi in privato. Perdonatemi, sono uno all’antica, si tratta anche di educazione” conclude Ranalli. Anche il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Gennaro accusa la maggioranza: “Su una questione di importanza vitale per la città, come il futuro dell’ospedale, appare grave e senza plausibili giustificazioni la scelta della maggioranza di non discuterne insieme in un apposito consiglio comunale prima di quello regionale straordinario di mercoledì prossimo. La chiarezza invocata dalla minoranza è un atto necessario, anche a seguito delle tante giravolte a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane da parte di autorevoli esponenti della giunta regionale e di tanti sindaci del territorio, passati da giudizi catastrofici a improvvisi entusiasmi sul futuro del Santissima Annunziata. Fa davvero riflettere, poi, la posizione del consigliere Mauro Tirabassi, che da paladino della salvezza del punto nascita quando insieme a me ed altri esponenti politici cittadini, occupava l’aula consiliare, si è fatto addirittura portavoce della decisione della maggioranza di rimandare il consiglio su questo tema così importante addirittura al 28 luglio, praticamente a giochi fatti, una richiesta sensata a tutela dell’ospedale e dei cittadini del centro Abruzzo”.