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LEGGE REGIONALE AREE PROTETTE, E’ POLEMICA: INSORGONO RISERVE NATURALI E PARCO SIRENTE- VELINO

“Abruzzo Regione verde d’Europa? Un vecchio sogno in cui non crede più nessuno”. E’ sulla modifica della leggere regionale riguardante le aree protette che scoppia la polemica. Insorgono le Riserve naturali abruzzesi  e il Parco regionale Sirente Velino contro l’approvazione “con una velocità insolita per la Regione” della modifica dell’articolo 19 della Legge Regionale 21 giugno 1996, n. 38 “Legge-quadro sulle aree protette della Regione Abruzzo per l’Appennino Parco d’Europa” esplicitando che “al fine di favorire lo sviluppo sostenibile delle aree interne attraverso l’incremento del turismo cinofilo, sono consentite le attività cinofile e cinotecniche nelle riserve regionali naturali guidate, controllate e speciali””. Sottolineano che verrebbero esposte a rischio, così, animali protetti come l’orso, il camoscio, il lupo.   Una bocciatura da parte delle aree protette stesse che fa seguito a una nota critica da parte di Federparchi che richiede alla Regione di tornare sui suoi passi.    “E’ di pochi giorni fa” scrivono in una nota “l’ennesima dimostrazione di come la Regione Abruzzo non abbia più alcuna intenzione di portare avanti una politica di tutela e valorizzazione dei Parchi e delle Riserve Naturali”.  Spiegano che con questa modifica  “chiunque vorrà esercitare il proprio cane a fini venatori, oppure organizzare una gara cinofila, dovrà semplicemente fare una comunicazione con 15 giorni di anticipo”. Un “colpo di coda della Regione” che secondo Riserve naturali ed Enti “contraddice la Legge quadro sulle aree protette (394/91), il testo unico delle norme per l’esercizio dell’attività venatoria (LR 157/92), le Norme Tecniche di Attuazione dei Piani di Assetto Naturalistico delle Riserve Naturali e le Direttive Habitat e Uccelli, mettendo a rischio fauna di grande pregio come l’orso bruno marsicano, il camoscio e il lupo. Mentre le Riserve vengono convocate a partecipare a riunioni le cui argomentazioni solo in parte afferiscono alle politiche di conservazione, salvaguardia e valorizzazione in senso stretto, al contrario vengono ignorate quando si tratta di esprimere un giudizio nelle sedi opportune (vedi commissioni consiliari regionali) su temi che strettamente investono la gestione territoriale. Non sfuggirà infatti come il parere delle aree protette, sia pur non vincolante, sarebbe risultato quantomeno opportuno se non addirittura prodromico alle scelte. Il tutto nel mentre del lavoro svolto dal tavolo di coordinamento, voluto dall’assessore Di Matteo, per la rivisitazione della 38/96″. Annunciano, dunque, che Riserve “non staranno a guardare mentre si approvano norme che non hanno nulla a che fare con la conservazione e la tutela del territorio e chiedono alla Regione che vengano al più presto ritirate le modifiche alla legge, che sono state inserite in modo del tutto unilaterale senza nessun confronto con le parti interessate.”