TURNI MASSACRANTI ALLA MAGNETI MARELLI, FIOM VUOLE VEDERCI CHIARO
Sul caso dei turni massacranti alla Magneti Marelli di Sulmona, dopo che alcuni operai si erano rivolti al Tdm, interviene la Fiom Cgil della provincia aquilana, sottolineando innanzitutto di non essere tra tutte le altre sigle sindacali che hanno firmato il contratto nazionale, proprio perchè non condivide quel contratto. Vogliono fare chiarezza Alfredo Fegatelli e Pietro Campanella, come hanno affermato oggi pomeriggio in una conferenza stampa nella sede della Cgil sulmonese, insieme ai rappresentanti delle Rsa della Fiom. A fronte di turnazioni di 18 ore, che l’azienda vorrebbe applicare a tutti i 460 lavoratori in forza allo stabilimento peligno, senza aumento di stipendio nè incremento di personale, i sindacalisti sostengono che “come Rls svolgeremo il nostro ruolo e cercheremo di entrare nell’azienda per capire come sono le condizioni dei lavoratori. Non è un attacco all’azienda, ma un voler migliorare le condizioni di lavoro. Abbiamo chiesto incontri e assemblee agli altri sindacati, per migliorare le condizioni dei lavoratori, senza ricevere risposta” afferma Fegatelli, spiegando che “l’azienda tratta solamente con le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto, che sono vincolate, e non con noi che invece non abbiamo voluto sottoscrivere quell’accordo che in sostanza dà carta bianca all’azienda. Noi non abbiamo discusso quella turnazione”. Convinti che si debba intervenire sul metodo, applicato dall’impresa, in quanto i lavoratori, sottoposti a turni massacranti, rischiano problemi di salute. In sostanza, con la modifica del sistema mdi turnazione attuato dall’azienda, chiamato “18 turni”, a differenza delle classiche 15 ore con sabato e domenica di risposo, gli operai avrebbero il giorno di riposo anche oltre i sei giorni consecutivi. “Ci sono 120 persone ancora in cassa integrazione” spiegano, alludendo al fatto che l’incremento di personale, per far fronte ai turni pesanti, potrebbe pescare in questo gruppo di lavoratori. Fanno riferimento, poi, al fatto che a più di due mesi dall’elezione e dalla nomina dei RLS, la Sistemi Sospensioni non ha avviato l’apposito corso di formazione previsto dal T.U. Dlgs. 81/04/08.” Attualmente la mancata formazione non rende operativi i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, non consentendo agli stessi di poter esercitare la loro funzione al fine di migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori”. La Fiom ha inviato una segnalazione alla Asl e annuncia che, in mancanza di risposta, sarà costretta a segnalare all’organo di vigilanza territorialmente competente tale situazione.” Intanto sabato 20 aprile è previsto lo sciopero nazionale.