LA PREGHIERA ELETTORALE DEL VESCOVO DI SULMONA

Preghiera e politica. Forse perchè la politica locale avrebbe bisogno di una “benedizione” per tornare ad essere quella che non allontani i cittadini, quella che per comporre liste e coalizioni, in vista della conquista della poltrona al primo piano di Palazzo San Francesco, necessiti di mirare al bene della comunità e che al fine di stilare programmi debba scervellarsi per spiegare non problematiche e priorità, che la città conosce benissimo, ma il modo in cui si intenderà risolvere le questioni che stanno affossando Sulmona. Fatto sta che il vescovo Angelo Spina, ieri, nella cattedrale dopo la Messa, si è infilato nella politica e ha pregato per la città, o meglio, come ha precisato, ha “tenuto un momento di preghiera e di riflessione dedicato alla crisi che vive la città”, ha alternato la riflessione alla recita del Rosario, affinchè “la politica locale, prossima all’appuntamento con le elezioni, abbia come obiettivo primario il bene comune dei cittadini”.

Il vescovo ha spiegato di ascoltare tanta gente  “c’è angoscia e smarrimento nelle persone e tante lacrime versate” ha commentato “La situazione della nostra città è sotto gli occhi di tutti. Assistiamo ancora una volta al commissariamento, il quarto. Nel mese di giugno del 2007, quando feci l’ingresso in diocesi, mi accolse il commissario.  Dopo le votazioni, prima dello scadere del termine naturale ci fu un altro commissariamento, e così quest’anno. Eppure non ci sono stati scandali amministrativi. I cittadini si chiedono” continua il Vescovo “come mai le amministrazioni in questa città non arrivano al termine, perché tanti personalismi e lotte interne di piccoli e grandi interessi e quant’altro. Perchè la città deve soffrire queste situazioni che la fanno sempre più rimanere al palo senza prospettive di speranza?” E ricorda Spina, che anche otto parroci della città hanno fatto sentire, ultimamente, la loro voce al riguardo.

Politica e preghiere, dunque, si mescolano. “A cosa assistiamo nella nostra città? Tutti dicono di amarla, tutti dicono di voler fare e poi si litiga su tutto. Da quindici anni non si riesce a concludere una legislatura senza commissario” afferma il prelato  “Tutti vogliono scendere in campo con personalismi e particolarismi, con programmi minuti senza progetti unitari che guardano al futuro. Ognuno coltiva il suo orticello e si  fanno grandi promesse. Si continua a dividere, si assiste alla frammentazione: diversi aspirano ad essere sindaci, tante le liste che si presenteranno. Ancora una volta si assiste al teatrino dei voti di parentela, di amicizia, o a voti incrociati e ricambiati. 

Elenca, poi, il Vescovo, le priorità a Sulmona: c’è bisogno di lavoro, di rilancio economico, visto il crescente spopolamento e l’invecchiamento della popolazione,di servizi sociali (tante sono le famiglie che non hanno casa, tanti sono nell’indigenza per poter vivere dignitosamente), di servizi sanitari adeguati (ospedale), di una viabilità più consona e sicura, di una politica dei trasporti. Tocca poi il tema della chiusura del tribunale che avverrà nel settembre 2018 e afferma  “ La Regione Abruzzo, dopo aver soppresso l’Ufficio di Promozione Turistica, ha intenzione, ora, di chiudere l’Agenzia di Promozione Culturale di Sulmona assestando così un duro colpo alla ricca e preziosa offerta culturale della Città da sempre considerata tra le risorse più importanti del territorio.  Si assiste alla chiusura di tante realtà e questo crea in tutti sfiducia, rassegnazione e mancanza di speranza. C’è bisogno di rilanciare il turismo con nuove prospettive, l’artigianato, il commercio, le piccole aziende, le attività di agricoltura biologica. Bisogna avere molta attenzione alla salvaguardia dell’ambiente per uno sviluppo ecocompatibile”. 

 Il miglioramento della qualità della vita, il benessere e l’inclusione sociale si realizzano solo se esiste un Comune (Sulmona) sede di un centro di servizi (Polo di Attrazione) che riesce a fornire al territorio adeguati servizi essenziali (sanità, istruzione e trasporti), altri necessari (giustizia, cultura, credito) ed altri atti ad incentivare l’innesco di processi di sviluppo.

 La politica deve farsi protagonista affinchè ci sia il riconoscimento di Sulmona come polo di attrazione, formalmente da parte del MISE (Ministero sviluppo economico) ed effettivamente da parte delle istituzioni e della Regione. Lottare per l’inserimento della città di Sulmona e della Valle Peligna tra le macro aree interne. Far cogliere meglio e far inserire il territorio come area di crisi. Di fronte ad uno scenario così vasto e impegnativo come si può ancora fare le spartizioni?                                   I cittadini sono chiamati a scegliere chi amministrerà ecco allora la responsabilità di ogni cittadino di selezionare la classe dirigente per merito, per competenza e rifugga dall’affidarsi a simpatie, legami personali o familiari, ripicche, vendette, o peggio ancora a farsi corrompere con facili promesse.

Il vescovo ha invocato la Vergine Maria con la preghiera “affinchè  doni una coscienza chiara a chi intende  impegnarsi in politica“,  “affinchè fiorisca la speranza in ogni cittadino, in ognuno di noi per un impegno civile a favore della nostra città di Sulmona”, “affinchè doni la pace alla nostra città, si estinguano gli odi, le vendette, i risentimenti e ognuno si impegni come cittadino e come credente ad essere ambasciatore di pace in questo anno del Giubileo della misericordia.”, affinchè “ci doni una coscienza rinnovata perché ogni cittadino abbia a cuore le sorti della città.”

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Le beatitudini evangeliche nell’incipit della sua riflessione, in cui si sottolinea l’importanza del bene comune inteso come “una responsabilità che riguarda tutti”, in cui nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo, con umiltà, in una società, attraversata oggi da una crisi profonda “perché si va diffondendo l’idea che prioritario sia il profitto privato da ricercare a tutti i costi, specie quando si assumono delle responsabilità politiche.” Parla della distanza di un gran numero di persone alla vita democratica, dell’alta percentuale dell’astinenza al voto, “anche nelle ultime consultazioni a Sulmona” afferma il vescovo “è un dato molto preoccupante che, lo dico con sofferenza e chiarezza, non può essere giustificato dalla volontà di prendere distanze da comportamenti di singoli amministratori o politici. Non possiamo rinunciare a costruire il bene comune, non possiamo assentarci, non dobbiamo rinunciare. Dopo aver citato l’apostolo Paolo e aver raccontato un aneddoto per spiegare che cos’è il bene comune, richiamando alla collaborazione di tutti “nessuno può escludersi o fare il furbo perché, non partecipare alla realizzazione del bene comune, significa non poter partecipare alla festa”.