RAPINO COME ENRICO IV TORNA A CANOSSA E APRE AI DIMASCIANI

Il segretario regionale del Pd, Marco Rapino, torna sui suoi passi e apre alla componente dimasciana, annunciando un tavolo ristretto dei maggiori rappresentanti del partito per studiare strategie e programmi per le prossime elezioni. Dopo aver annunciato epurazioni dal partito nell’incontro di oggi pomeriggio si ĆØ cosparso il capo di cenere chiedendo agli iscritti del circolo sulmonese di ricompattarsi tutti insieme per affrontare la prossima campagna elettorale. Un ravvedimento che scaturisce dall’isolamento in cui ĆØ venuto a trovarsi il Pd, oggi ancora senza alleati, dopo aver tentato inutilmente di comporre una coalizione di centrosinistra che comprendesse il Psi, che giĆ  ha scelto di aderire alla coalizione dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo, lo stesso assessore che invece gli ha fatto trovare il candidato sindaco giĆ  pronto, Ā il Popolo di Sulmona, di Enea Di Ianni, Sulmona democratica e Sel che hanno fatto tutti altre scelte. In apertura di riunione Marco Rapino si ĆØ appellato agli iscritti chiedendo unitĆ  e proposte per le elezioni di giugno. “E’ necessario che il Pd torni alla guida di questa cittĆ  con programmi e progetti utili a risolverne i problemi” ha detto Rapino. Subito alcuni iscritti hanno proposto le primarie per la scelta del candidato sindaco, incontrando freddezza da parte dell’assemblea, ritenendole ormai tardive. Momenti di tensione sono arrivati quando l’ex assessore Aldo Milan ha chiesto al segretario di motivare sia il commissariamento del circolo che la decisione di sospendere i due consiglieri comunali Alessio Di Masci e Fabio Ranalli. La replica del segretario ĆØ stata molto sintetica ed evasiva. “Ho commissariato il circolo per impedire che la crisi comunale dilagasse, con le dimissioni dei due consiglieri e coinvolgesse anche il partito” ha spiegato Rapino. Ma le affermazioni del segretario non sono state condivise dall’ex consigliere Ranalli, il quale ha sottolineato che “o tutto il Pd sarebbe stato in maggioranza altrimenti sarebbe stato il caso di dimettersi da consiglieri”. Ranalli poi ha rimproverato Rapino di essere venuto in cittĆ , a rendersi conto di quello che accadeva e dei problemi sorti nella maggioranza, solo al momento che non c’era piĆ¹ nulla da fare. “Ora vieni a chiederci unitĆ  dopo aver bussato a tante porte e averle trovate tutte chiuse – ha concluso Ranalli – per ascoltare la base del Pd hai atteso due mesi, tutto questo ĆØ incomprensibile e inaccettabile”. Sebbene tirato in ballo in tanti interventi Bruno Di Masci ha preferito restare in silenzio. Ma l’assemblea ĆØ stata segnata anche dalla presenza di tanti “reduci”. Da quelli che giĆ  figurano nelle file dell’assessore regionale Gerosolimo, agli ex Ds, da anni assenti dalle attivitĆ  di partito, fino a coloro che in tempi recenti, prima dello scioglimento del consiglio comunale, avrebbero voluto collocare il Pd addirittura fuori dalla maggioranza consiliare.