
“RADIOVISIONI” AL TEATRO COMUNALE DI PRATOLA
Possono dei radiodrammi essere positivamente rappresentati a teatro? Questa è l’interessane sfida di “Radiovisioni” che Mario Fracassi con Umberto Marchesani e Candida D’Abate hanno voluto raccogliere. “Acqua”, “Amore” e “Usura”: sono i tre radiodrammi di Paolo D’Amato, scritti per la sede RAI di Pescara, che acquistano così una nuova vita sul palcoscenico. L’appuntamento è per sabato 2 aprile alle 21 e domenica 3 aprile alle 18 (e secondo turno ore 19.15). Un evento firmato Florian Metateatro intitolato Radiovisioni con Sara Di Sciullo, Pasquale Di Giannantonio, Fabiana Iacovitti, Mauro Ranalletta, Ludovico Costanzo, Simone Papponetti, Luigia Tamburro, Pier Luigi De Virgilis, voci fuori scena Emanuele Agostini, Margerita Garramone, Candida D’Abate e Roberto Mascioletti, adattamento e regia Candida D’Abate, Mario Fracassi e Umberto Marchesani
L’idea del programma, voluto anche da Carlo Orsini, nacque alla fine degli anni novanta del secolo scorso e tentava, in cinquantadue puntate, di indagare l’immaginario della fine del secolo precedente, l’ottocento, attraverso alcune parole chiave. Ogni trasmissione aveva come occasione di partenza un elemento di cronaca, rintracciato sui giornali locali dell’epoca. La parola guida veniva indagata e rintracciata nell’immaginario e nella cultura ottocentesca attraverso le prediche in chiesa -esistono interi libri di raccolte e di guida per i sacerdoti – o le romanze nei melodrammi o la musica e le tradizioni popolari. Il radiodramma, della durata di una ventina di minuti, costituiva la narrazione più compiuta dentro cui l’immaginario si concretizzava in personaggi e dialoghi.
Radiovisioni è la messa in scena di questi tre lavori di Paolo D’Amato rielaborati teatralmente per scoprirne le possibilità comunicative e poetiche. Con questo progetto si è cercato di costruire una messinscena originale. Come la radio stimola sempre il suo pubblico alla partecipazione fantastica, lo guida all’ascolto di voci, musiche, rumori così la Radiovisioni ha le caratteristiche che sono proprie dell’evento scenico teatrale ma con l’intento di valorizzare al massimo la parola, quale espressione sottile e profonda della persona umana. Dare “corpo” alla parola nata per la radio, una parola che è diventata corpo, luce, spazio per rappresentare con i suoni, i luoghi, gli ambienti, le azioni dei tre racconti.