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L’ASSESSORE GEROSOLIMO SPIAZZA TUTTI, MENTRE RAPINO SPACCA IL PD

La mossa dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo spiazza tutti. E il Pd rischia di ritrovarsi spaccato per effetto delle scelte del suo segretario regionale Marco Rapino. In una domenica piovosa di fine inverno, a sorpresa, cinque liste civiche, compattate dall’assessore regionale, hanno ufficializzato il loro candidato sindaco Annamaria Casini. Una mossa che ha spiazzato il segretario regionale Pd, Marco Rapino, che ancora due giorni fa continuava a sostenere l’idea di un centrosinistra locale sul modello di quello regionale. I fatti però sono andati diversamente. In un colpo il Pd ha perso Gerosolimo che ha fatto tutto da solo e con lui ha perso anche i socialisti. I socialisti, guidati dall’ex consigliere comunale Mario Sinibaldi, prima si sono detti delusi dalle promesse di Gerosolimo, nei giorni della crisi e del tentativo in extremis di salvare l’ex sindaco Peppino Ranalli e la consiliatura e adesso si sono ritrovati, come due anni fa, non nel centrosinistra ma al fianco di Gerosolimo. E Rapino non demorde. Appena incassato il colpo a freddo e disorientato dal tiro mancino dei civici gerosolimiani è ricorso al social network per insistere nelle sue tesi, oscurando la realtà dei fatti. “Quando il Pd ha parlato, lo ha fatto sempre affermando che lavorerà per una svolta, per creare una classe dirigente seria e rinnovata, che abbia ben chiare le regole di partito, ma soprattutto il rispetto per il mandato istituzionale a servizio della città . Ho incontrato Peppino Ranalli coi subcommissari e a lui ho chiesto, assieme al gruppo dirigente del Pd della provincia dell’Aquila, di stare dentro questo percorso” ha dichiarato Rapino, ricorrendo al sostegno dell’ex sindaco Ranalli, affossato anche da accordi solo illusori. E nonostante un centrosinistra già abbandonato da Gerosolimo e dai socialisti, Rapino ha sottolineato di aver chiesto “a tutte le forze politiche del centrosinistra alleate in Regione di incontrarci per capire quali strade percorrere”. A questo punto il Pd sulmonese è ad un bivio: scegliere la strada proposta da Rapino, con ostinazione oppure restare saldo alla sua base militante e alla sua leadership attuale, quella dell’ex consigliere regionale Bruno Di Masci. Nel primo caso il partito si spacca andando incontro a una pesante sconfitta elettorale. Nel secondo avrà ancora qualche probabilità di successo a patto che tutti gli iscritti e i simpatizzanti del Partito democratico facciano quadrato attorno al loro simbolo.