LA PROCESSIONE DEL VENERDI SANTO TORNA AL PERCORSO TRADIZIONALE (Video)

La processione del Cristo Morto torna al percorso tradizionale.  Quindi da piazza Garibaldi, attraversando Largo Faraglia e piazza Minzoni, la processione dei trinitari quest’anno tornerà a salire lungo piazza Plebiscito, verso la chiesa di S.Maria della Tomba e poi da via Serafini tornerà lungo corso Ovidio, per fare rientro nella chiesa della SS.Trinità E’ stato questo l’esito dell’atteso incontro tra i cantori del coro dell’Arciconfraternita SS.Trinità e il vescovo Angelo Spina, tenuto ieri sera nella chiesa trinitaria. Ma al di là del clima rasserenante della serata di ieri, il comitato nato per la salvaguardia della tradizione del Venerdì santo, continua nella raccolta di firme, allestendo banchetti dove a decine continuano ad affluire cittadini che sostengono al necessità di non apportare eccessive novità alla tradizionale processione.  Il vescovo, dal canto suo, dopo aver spiegato e chiarito ai cantori il profondo senso di rito religioso della processione e non di fatto solo esteriore o di folclore, ha ricordato come anche in passato, fin dai primi anni del Settecento, i vescovi sono stati costretti ad intervenire, a più riprese, per conservare questo senso religioso alla tradizione trinitaria. Gli ultimi interventi si sono resi indispensabili per abolire la sosta lungo via Serafini durante la quale i partecipanti alla processione si rifocillavano, con panini, pizze e bevande, trasgredendo i precetti del giorno del Venerdì santo e profanando il rito. “Il vescovo non vuole togliere nulla, tante cose infondate si sono dette e scritte in questi giorni – ha premesso Spina – il vescovo vuole solo conservare alla tradizione la sua sostanza, che è spiegata anche in precise direttive sul senso e sullo svolgimento delle processioni, emanate dalla Chiesa cattolica e di cui si fa cenno nello stesso statuto dell’arciconfraternita”. Il vescovo poi ha ricordato di “non transigere” assolutamente, sulla necessità che durante la processione vi siano momenti di preghiera, anche collocando gli altoparlanti a maggior distanza dal coro e che sia l’avvio che la conclusione del rito debbano essere segnati da brevi meditazioni e preghiere. Subito dopo hanno preso la parola i delegati del coro, Vittorio Masci e Stefano Mastrangioli, che hanno ribadito la loro collaborazione al miglioramento e alla conservazione di una tradizione assai cara a tutti i sulmonesi, patrimonio della Chiesa diocesana e della stessa città. Masci ha anche messo in evidenza la necessità che maggiore solennità e raccoglimento siano garantiti dal “silenzio” di bar e altri locali pubblici al passaggio della processione, abbassando le saracinesche e almeno per un momento risparmiando musica e vociare, come invece avviene finora soprattutto in determinati tratti della processione. “Il nostro amato vescovo si è dimostrato un padre non solo spirituale, ma vero e proprio – ha commentato Mastrangioli – dopo averci ricordato con un lungo intervento quali sono i comportamenti dovuti ad una rappresentazione che è essenzialmente religiosa, ci ha anche rimproverati riproponendo tutti gli episodi accaduti dal 2008 ad oggi. Però è stato capace anche di ascoltare le nostre richieste, i nostri impegni da veri cristiani perdonandoci e dandoci una nuova possibilità”. Soddisfatto e grato a monsignor Spina si è detto infine il rettore dell’Arciconfraternita, Antonio Di Nino. Il vescovo, mostratosi comprensivo delle richieste fatte dai cantori, tornando sui suoi passi, ha annunciato di rimettere ogni decisione definitiva alla volontà degli amministratori dell’arcisodalizio trinitario ma ha chiesto massimo impegno a tutti i partecipanti al rito, per tenere un contegno rispettoso e consono al significato religioso del rito e al suo valore essenziale di testimonianza di fede.

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