
“LA RESISTENZA DEGLI ABRUZZESI”, TRA STORIA E TESTIMONIANZE
La riflessione sulla Resistenza degli Abruzzesi, umanitaria e armata, come protagonista della rinascita del Paese è stato il leitmotiv del convegno che si è svolto questa mattina nel Liceo Scientifico “Fermi” di Sulmona. Presidente emerito del Senato, Franco Marini: “La Resistenza atto fondativo della nuova Repubblica che non dobbiamo dimenticare” . Tra i relatori: studiosi e testimoni. Presenti autorità civili e militari e un folto pubblico di giovani.
Una riflessione sull’importanza della Resistenza, umanitaria e armata, come punto fermo della storia del Paese da non dimenticare e da trasmettere ai giovani. E’ in sintesi, il messaggio lanciato questa mattina dal presidente emerito del Senato della Repubblica, Franco Marini, nel suo intervento conclusivo dell’interessante e affollato convegno, incentrato sulla “Resistenza degli Abruzzesi”, che si è svolto nell’aula magna del Liceo Scientifico “Fermi” di Sulmona organizzato dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Fermi” in collaborazione con l’associazione culturale “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”.
Presenti alla manifestazione il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis, il commissario prefettizio del Comune di Sulmona, Giuseppe Guetta, le autorità militari e civili, il sindaco di Campo di Giove, insieme alle associazioni combattentistiche e d’arma e a molti giovani studenti.
Ad aprire i lavori è stato Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione Brigata Majella, il quale ha ripercorso le tappe fondamentali della formazione partigiana, consegnando agli studenti in platea il messaggio dei “principi fondamentali per un futuro sognato”, e conferendo al presidente Marini, a margine dell’incontro, la tessera di socio onorario della Brigata Majella. E’ stata, poi, la volta di Carlo Troilo, il quale ha ricordato e tratteggiato la figura di suo padre, sottolineando la necessità di non dimenticare queste storie straordinarie che vanno fatte conoscere ai giovani. Il giornalista e scrittore Luigi Necco, autore del libro “Operazione Teseo”, in cui racconta i giorni atroci della seconda Guerra Mondiale ai tempi dell’occupazione nazista dell’isola greca, si è soffermato sull’incredibile e poco conosciuta storia di Siro Riccioni, eroe abruzzese, militare coraggioso originario di Bussi sul Tirino, che riuscì a liberare moltissime persone e a salvare dal plotone d’esecuzione tedesco 272 italiani in un’intrepida azione. A fornire, invece, una sintesi della Resistenza, parlando di Resistenza umanitaria in Abruzzo e in particolare a Sulmona, è stato lo storico Mario Setta, partendo dal libro “E si divisero il pane che non c’era”,soffermandosi sulla storia del Campo 78 di Fonte d’Amore a Sulmona e sulla solidarietà delle famiglie sulmonesi nell’ospitare coloro che fuggivano. Un pezzo di storia che ogni anno viene ricordata ripercorrendo a piedi in tre giorni il Sentiero della Libertà/ Freedom Trail.
E’ proprio sull’ “esplosione di solidarietà umana verso i prigionieri”, insieme alla “vicenda della Brigata Majella fortemente popolare” che si è incentrata la riflessione del presidente Marini secondo il quale “L’Abruzzo è stato un centro fondamentale della Resistenza”. Per il presidente emerito del Senato “la Resistenza ha dato all’Italia la possibilità di non essere schiacciata al momento della pace. Dopo la scelta inaccettabile del regime fascista di entrare in guerra a seguito della Germania nazista” ha detto Marini “la Resistenza ha creato questa sollevazione popolare, qui in Abruzzo in maniera straordinaria, tra la Brigata Majella e quello che è accaduto a Sulmona con il sostegno ai prigionieri che fuggirono su queste montagne. La Resistenza” ha aggiunto “è stato un fatto fondativo della nuova Repubblica che, senza esagerazione, non dobbiamo dimenticare” L’evento di oggi è importante, secondo Marini, soprattutto per la presenza di molti giovani: “fissare date e ricordi della storia può aiutarli per costruire il futuro.”
L’incontro è stato moderato dal dirigente scolastico del Polo Tecnologico Scientifico “Fermi”, Massimo Di Paolo, il quale ha detto: “E’ un dovere della scuola riproporre periodicamente, al centro tra le tante attività, delle riflessioni serie che fanno capire ai ragazzi che i sentimenti nazionali nascono da impegno individuale e collettivo. Ritengo che in questa fase di destabilizzazione acuta che Sulmona sta vivendo questo è uno dei messaggi più significativi che si possono scegliere”