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SLOW FOOD, AL VIA PROGETTO PER RECUPERARE FAGIOLO DI SULMONA. DAVINI “CERCHIAMO AGRICOLTORI”

Incentivarne il recupero e la coltivazione del fagiolo “poverello”, conosciuto anche come il “fagiolo di Sulmona”, attraverso “speciali” contratti di coltivazione, soprattutto con i giovani agricoltori.  E’ tra i progetti firmati dalla Condotta Peligna Slow Food, che, dopo il successo della prima edizione di “Fuori Menù” (clicca), torna a focalizzare l’attenzione sull’agricoltura, in occasione dell’anno internazionale dei legumi 2016, dichiarato con lo slogan “semi nutrienti per un futuro sostenibile” dalla Fao. Il proposito è quello di aumentare la conoscenza sulle proprietà, farne scoprire i vantaggi e, magari, incrementarne la produzione e il commercio. Un tempo il fagiolo locale era molto apprezzato ed oggi quasi introvabile, spiega il Fiduciario ed Agronomo Giorgio Davini, che punta al recupero e valorizzazione: “si tratta di una vera e propria “cordata” in difesa della biodiversità coltivata della Valle Peligna, prima che questo ricco patrimonio venga perduto”, afferma, sostenendo che il “progetto prevede un primo censimento e raccolta di campioni di questa varietà così da studiarne le principali caratteristiche botaniche. Analogamente, saranno censiti gli agricoltori ed i loro campi per seguirne l’andamento della coltivazione nel corso della stagione.

Cerchiamo – continua Davini – agricoltori in possesso del fagiolo poverello, anche semplici hobbisti, che ne possano attestare l’originalità e che siano disponibili a collaborare con noi. E come unico impegno, chiediamo solo di coltivarlo con metodi riconducibili al biologico o, comunque di basso impatto ambientale.

La commercializzazione finale del prodotto potrà essere acquistata dai ristoranti aderenti al Circuito appena costituito come pure dai privati che vorranno assaporare nuovamente questo prodotto tutto locale. Infatti, in base ai risultati produttivi del 2016 si potrà attivare un vero e proprio gruppo di acquisto solidale per sostenere questo tipo di agricoltura sostenibile.

Far conoscere ed apprezzare il fagiolo poverello sarà lo scopo degli incontri che seguiranno sugli aspetti agronomici, sulle potenzialità in cucina e sui futuri sviluppi del progetto. In questo, un ruolo importante potrà essere rivestito anche delle scuole del territorio come l’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Pratola Peligna relativamente agli aspetti agronomici e di coltivazione e quello Alberghiero di Roccaraso per gli utilizzi in cucina.I legumi sono stati prodotti agricoli fondamentali per l’economia delle nostre aree interne ed hanno costituito un importante sostentamento per le popolazioni della montagna. Non a caso nelle nostre campagne se ne coltivavano in abbondanza e, in molti casi, clima, terreno e pratiche agricole hanno selezionato varietà quasi dimenticate ma importanti da recuperare.

Il fagiolo poverello di Sulmona – chiude il Fiduciario – nel corso del 2016 entrerà certamente a far parte dei prodotti dell’Arca del Gusto, lanciata da Slow Food nella passata edizione del Salone del Gusto di Torino, così come già avvenuto per l’ormai celebre fagiolo di Frattura. E non escludiamo la candidatura a prossimo Presidio Slow Food”.

In questa prima fase è possibile contattare direttamente la Condotta Peligna scrivendo una mail all’indirizzo fiduciario.peligna@gmail.com e segnalando il possesso di questa particolare varietà di legume.