
CARCERE, NARDELLA “SULMONA RISCHIA ACCORPAMENTO CON AVEZZANO”
Si fa strada lo spettro dell’accorpamento degli istituti penitenziari abruzzesi, che vedrebbe Sulmona con Avezzano e Chieti con Pescara, oltre al rischio che la scuola per la formazione degli agenti, situata a Fonte d’Amore, possa diventare una sede distaccata della struttura di Roma. “Un massacro istituzionale. Una notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno” commenta il segretario provinciale e vice regionale Uil Penitenziari, Mauro Nardella, il quale afferma che quella presentata dal Ministero della Giustizia “al momento è una bozza, per cui suscettibile, ci auguriamo, di modifiche”. Secondo Nardella si aprirebbero scenari “che non farebbero dormire sonni tranquilli ai dirigenti e a tutti gli operatori penitenziari delle strutture carcerarie d’Abruzzo” e che arriverebbero dopo la riorganizzazione, con l’entrata in vigore del DPCM 15 giugno scorso, n.84 che prevede la riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche, la soppressione del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria abruzzese . Con l’accorpamento degli istituti penitenziari di “Sulmona ed Avezzano si ritroverebbero con un solo direttore e un solo comandante di reparto. Un direttore e un commissario” precisa Nardella che “dovranno fare i conti con 72 detenuti in più e per giunta posti ad una distanza di oltre 50 chilometri. Il tutto senza considerare il fatto che a breve Sulmona sperimenterà l’apertura del nuovo padiglione in grado di ospitare ulteriori 200 detenuti”. Considerando che al momento nel carcere peligno si contano 460 detenuti. “Chi ha disegnato questa bozza dimostra poca conoscenza del territorio e delle medesime istituzioni” commenta il sindacalista della Uil “una bozza che sarebbe stata elaborata senza l’apporto degli addetti ai lavori e dei diretti interessati. Di contro, Nardella sostiene che una soluzione più idonea sarebbe l’accorpamento di Avezzano con L’Aquila e Vasto con Chieti. “Chi pensa che nel mondo penitenziario si contribuisce al recupero e reinserimento dei detenuti abbuffando di lavoro direttori, comandanti e gli operatori” conclude il sindacalista della UIl “ha sbagliato davvero indirizzo”.