LEGNINI E RITA BERNARDINI AL CARCERE DI SULMONA “ABOLIRE ERGASTOLO OSTATIVO” (video)

Contro l’ergastolo ostativo. Hanno visitato oggi pomeriggio il carcere di Sulmona il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, e l’ex deputata di Radicali Italiani, Rita Bernardini, candidata alla carica di Garante dei Diritti dei detenuti d’Abruzzo, in occasione della premiazione di alcuni detenuti autori dei quadri che il comico abruzzese ‘Nduccio, presente oggi, ha venduto all’asta in un centro commerciale di Sambuceto per donare il ricavato ai bambini di un villaggio africano (clicca). Accolti dal direttore Sergio Romice, alla presenza alla presenza del sindaco, Giuseppe Ranalli, del presidente del Tribunale, Giorgio Di Benedetto e del Procuratore capo, Giuseppe Bellelli e del direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio. 

Ha annunciato Legnini, nel suo intervento durante la cerimonia, di essere contrario all’ergastolo ostativo. “Ne sono convinto da tempo e non ho nessuna difficoltà ad aggiungermi a coloro che sono contrari all’ergastolo ostativo: perchè tutti, parlo da cittadino, abbiamo il diritto ad avere una speranza”. Ha sottolineato, inoltre, concordando con la Bernardini l’importanza della Magistratura di Sorveglianza “I detenuti” ha detto ” non possono rivolgersi ad altri”, ecco perchè, come ha sottolineato, a “stimolato il Ministero della Giustizia nell’ambito della revisione degli organici, a riporre attenzione alla Magistratura di sorveglianza”.

NEL VIDEO IL COMMENTO DI RITA BERNARDINI ALL’ANNUNCIO DI LEGNINI

Nel penitenziario di via Lamaccio di Alta sicurezza (non più di massima sicurezza) la Bernardini, impegnata da sempre sui diritti dei detenuti, ha voluto portare il messaggio caposaldo dell’attuale battaglia dei Radicali: l’abolizione dell’ergastolo ostativo e del 41 bis; argomento principe nelle visite che i radicali stanno effettuando alle carceri italiane in queste settimane. Ha voluto sapere com’è organizzato l’istituto di pena sulmonese, quali attività si svolgono all’interno e se funziona la sanità, ritenuto un grande problema nelle carceri dello Stivale.  “Ho visitato il carcere di Sulmona quando c’era soprattutto la Casa Lavoro, che alla fine non era una vera e propria casa lavoro, perchè mancava il lavoro. Per molte persone in carcere la detenzione significa la morte civile, perchè non sono stimolate a studiare e a svolgere attività lavorative. Hanno difficoltà ad essere curate. Anni fa ebbi da ridire con l’ex sindaco che era anche dirigente sanitario all’interno del carcere, in quanto c’erano persone che non erano seguite” continua la Bernardini “La sanità in carcere lascia a desiderare in tutta Italia. Secondo i dati ufficiali, il 20% riguarda casi psichiatrici che lì dentro si acuiscono e i detenuti diventano malati cronici irrecuperabili. Ma il carcere provoca la malattia mentale; il 25 % sono tossicodipendenti che dovrebbero essere curati”. Spiega nell’intervista Rita Bernardini perchè è importante l’abolizione dell’ergastolo ostativo, sostenendo che “in questo momento in Italia l’unica strada è quella dei ricorsi giurisdizionali interni, rivolgendosi alla Corte Costituzionale per dichiarare incostituzionale le norme che prevedono questo tipo di detenzione” aggiungendo che sono pronti alla “strada della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Ha fatto riferimento al congresso intitolato “Nessuno tocchi Caino”, con la partecipazione diretta degli ergastolani,  “c’è stata una collaborazione stretta da parte del direttore ed è intervenuto il capo del Dap (ex direttore del carcere di Sulmona) Santi Consolo, che si è pronunciato contro l’ergastolo ostativo. Riformare il 41 bis e l’abolizione dell’ergastolo che è in contraddizione con l’articolo 27 della Costituzione. In particolare con l’ergastolo ostativo, che riguarda i detenuti condannati per associazione mafiosa, non c’è speranza di uscire. Alcuni di loro dicono <possiamo uscire se mettiamo qualcun altro al nostro posto> ( si richiede la collaborazione per indicare altre persone che sono in concorso a determinati reati). Ci sono tantissimi casi di detenuti che stanno lì da 20 e 30 anni, dopo aver trascorso molti anni al 41 bis, molti li abbiamo incontrati al carcere Opera di Milano, effettivamente non hanno più alcun legame con la criminalità organizzata, ma comunque non hanno più la speranza di poter essere declassificati. Sappiamo che con ergastolo, di fronte a buona condotta ci sono una serie di benefici (come il regime di semilibertà e la libertà condizionale, godere di determinati tipi di permessi), mentre con ergastolo ostativo questa possibilità non c’è. Sui 1600 ergastolani ce ne sono almeno 1100 che hanno ergastolo ostativo. Avere dalla nostra parte, con un discorso di alto livello, il capo del Gap è stato qualcosa di strepitoso. Ma anche il presidente Mattarella ha inviato un buon messaggio”. Ha, infine, premuto sull’importanza del magistrato di sorveglianza che “dovrebbe essere sempre presente tra i detenuti per ascoltarli e rendersi conto della situazione. Nelle nostre visite abbiamo visto che a Modena mancava. A Latina non andava da Aprile e dopo la nostra sollecitazione è arrivato a Dicembre”.

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