METANODOTTO, SINDACO “INCONTRO INTERLOCUTORIO. URGE IL TAVOLO TECNICO SU ALTERNATIVA”

Ha premuto sull’importanza di un tavolo tecnico, che non è mai stato attivato per individuare un’alternativa al progetto della Snam nella Valle Peligna, il sindaco di Sulmona il quale, questa mattina, ha incontrato a Roma il capo di gabinetto al Ministero dello Sviluppo Economico, Vito Cozzoli. Un incontro interlocutorio, da cui è emerso l’impegno da parte di Cozzoli di parlarne con il Ministro Federica Guidi e il Consiglio dei Ministri,  come ha riferito il primo cittadino, affermando di aver mostrato gli atti e soprattutto la Risoluzione parlamentare,  che prevede lo spostamento del tracciato del metanodotto fuori dalla dorsale appennninica. “Siamo in attesa” ha commentato, alla vigilia di una conferenza stampa, dove sarà presente lo stesso sindaco Ranalli, che si terrà domani mercoledi 16 dicembre a Roma, nella sala Nassirya del Senato, convocata dai comitati sulmonesi che hanno invitato a partecipare i parlamentari eletti in Abruzzo e anche gli amministratori locali, ma soprattutto Regione e Provincia. 

Al riguardo hanno già dato adesione le senatrici Paola Pelino ed Enza Blundo. In una nota l’onorevole Blundo, insieme a Gianluca Castaldi e Gianluca Vacca, ha sottolineato che “Il Movimento 5 Stelle sostiene i comitati di cittadini che si sono mobilitati da tempo contro la realizzazione del metanodotto Snam “Rete Adriatica”, la continuazione del TAP che dalla Puglia arriverà fino all’Emilia Romagna, attraversando tutta la dorsale appenninica, con Sulmona come sede della centrale di compressione. Un’opera scellerata oltretutto in una zona a massimo rischio sismico, che chiediamo di fermare prima che prima sia troppo tardi”.  “Nel 2011 – continuano i parlamentari M5S – la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati approvò, con voto unanime, una risoluzione che impegnava il governo a predisporre un tavolo tecnico, in accordo con le amministrazioni interessate, per discutere la modifica del tracciato ed escludere la fascia appenninica per evitare gli alti costi ambientali che ne deriverebbero e l’elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini a causa del rischio sismico connesso al metanodotto. Ma ad oggi di questo tavolo tecnico non c’è traccia e non è stata data nessuna risposta esaustiva sul principio di precauzione”.