TONNELLATE DI RAME RUBATE DALLO STABILIMENTO ADRIA, ZONA INDUSTRIALE ABBANDONATA (video)

Clamoroso furto all’Adria gomme. Alcune tonnellate di rame sono state rubate nella notte tra venerdì e sabato scorsi dallo stabilimento che si trova nell’area industriale di Sulmona ma sul territorio del comune di Pratola Peligna. Il furto, che ha causato danni per circa duecentomila euro, è stato denunciato questa mattina dall’amministratore dell’azienda Ettore Musacchi (foto). I malviventi hanno lavorato per ore, sottraendo il rame dalla linea aerea e dagli elettrodotti sotterranei a servizio dell’azienda che si occupa dello smaltimento e del riciclaggio di pneumatici esausti. Un’incursione che sarebbe stata opera di professionisti dei furti di questo ricercatissimo e prezioso metallo: i ladri hanno utilizzato il muletto aziendale per sfilare i grossi cavi di rame dai pozzetti  per poi caricarli su un camion e portarli a destinazione. Sulla vicenda sta indagando la polizia che ha provveduto a eseguire i necessari rilievi per risalire agli autori del colpo. Compito che appare molto difficile alla luce della grande professionalità e abilità  con cui hanno agito i malviventi. Ed ancora una volta è sotto accusa lo stato di abbandono della zona industriale sulmonese. L’amministratore di Adria, Ettore Musacchi, come già altri responsabili di aziende che hanno subito furti, anche di recente, ha lamentato la condizione di deserto che caratterizza la zona industriale. Con le forze dell’ordine che non riescono ad arginare l’ondata di furti sempre più frequenti in una zona diventata terra di nessuno.  “Invece di conservare quel che c’è la politica locale e regionale sembra inseguire chimere – ha protestato Musacchi – se ci fosse seria volontà quest’azienda ferma dal luglio scorso, quando sono andate a fuoco le gomme, potrebbe ripartire, salvando anche il lavoro delle persone”. Invece secondo l’amministratore di Adria la politica non sarebbe interessata, illudendosi di cercare altri sbocchi che poi si rivelano inesistenti o insufficienti rispetto alle effettive necessità di lavoro nell’area peligna “destinata a un inesorabile declino”.

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