ZAPPACOSTA “IMPRESE CULTURALI NON GUARDINO AI BILANCI ENTI LOCALI, MA A BANDI EUROPEI”
Da quest’anno Cultura e Europa dovranno necessariamente procedere di pari passo. È il senso della giornata d’incontro “Cultura chiama Abruzzo” che il Dipartimento Turismo e Cultura ha voluto organizzare con gli operatori “professionali” abruzzesi del settore. Una giornata di confronto alla luce soprattutto dell’esigenza delle associazioni culturali di adeguare i propri riferimenti alle opportunità che mette in campo l’Unione europea per finanziare progetti e iniziative. Per i prossimi anni l’Europa si prepara a mettere a disposizione una serie di bandi e risorse rivolti alle istituzioni culturali professionali, in Italia quelle che ricevono il finanziamento del Fus, per finanziare progetti culturali innovativi ma anche progetti che tutelino le tradizioni e la storia dei singoli territori. Il passaggio impone necessariamente alle imprese culturai di non guardare più ai bilanci degli enti locali per finanziare le proprie iniziative, ma alle opportunità europee, peraltro già attive con una serie di bandi che partono già dal prossimo mese. I programmi che l’Unione europea ha pensato sono diversi: da “Creative Europe” a “Med”; da “Adrion” a “Horizon 2020” fino ad arrivare a “Erasmus+”. C’è poi la necessità di riallineamento dei fondi Pon (Programma operativo nazionale) e Por (programma operativo regionale). Il cammino e l’incontro associazioni-Europa verranno favoriti dall’azione della Regione Abruzzo. “Noi – spiega il Capo dipartimento Cultura Giancarlo Zappacosta- siamo pronti a camminare a fianco delle istituzioni culturali abruzzesi, nel senso che la Regione si presta ad una attività consulenziale per incentivare la produzione di creatività e fantasia ma anche per fare in modo che fondi come Pon e Por possano essere utili anche per il rilancio della cultura. Il dato che però non deve sfuggire in un futuro rapporto con l’Europa – ha concluso Zappacosta – è la capacità della Regione e del territorio di interloquire e fare sistema, perché solo in questo modo riusciamo ad essere competitivi”.