SUGGESTIVA RAPPRESENTAZIONE DELLA CONSEGNA NOMINA PONTIFICIA A FRA’ PIETRO DA MORRONE (video)

L’umiltà, il coraggio, la rinuncia e non il rifiuto, il messaggio di pace. In tanti hanno partecipato ieri sera nel cortile di palazzo dell’Annunziata alla rievocazione storica sia del momento in cui a Fra’ Pietro da Morrone fu consegnato il Decreto di nomina pontificia (come Papa Celestino V), nell’Eremo di Sant’Onofrio nel 1294, sia della santificazione stabilita al 19 maggio.  Semplice, ma toccante e incisiva la rappresentazione teatrale, che porta in scena quella verità storica documentata, raccontando il momento di reale agonia, la sofferenza e nello stesso tempo la grandezza di Fra’ Pietro da Morrone, “uomo di terra e di silenzio”, con la sua duplice missione di asceta e sacerdote, per il quale quella nomina a Papa era “una incomparabile calamità” che lo portò a pregare e ancora a pregare chiedendo al Signore di guidarlo in questa scelta.  Una manifestazione teatrale giunta alla dodicesima edizione, curata dall’associazione  Borgo Pacentrano, capitanato da Raffaello De Angelis, in collaborazione con le associazioni “Spazio Arte” dell’Aquila, “Recta Rupes” di Popoli e “ Insieme per il Centro Abruzzo “ di Sulmona.

L’auspicio per gli organizzatori è quello di tornare a rappresentare questi momenti suggestivi nei luoghi cari a San Celestino, alle pendici del Morrone, nell’area archeologica del tempio di Ercole Curino, in cui la rievocazione segnò il suo esordio. Appello raccolto dall’assessore comunale Luciano Marinucci, il quale al termine della manifestazione ha sottolineato l’importanza della valorizzazione del personaggio di Celestino V e dei luoghi sacri vanto di questa città e di questo territorio.

La “Consegna del decreto” è stata trasposta in un volume, con ne riporta non solo la scenggiatura, ma il contesto storico dal momento dell’arrivo a Sulmona di Pietro Angelario nel 1235 e gli accenni alla storia del Borgo che si apre da porta pacentrana. Libro realizzato dall’associazione Borgo Pacentrano, con il supporto di Ezio Mattiocco,  firmato da Ivio Di Iorio e Stefania Di Carlo, docente universitaria aquilana e studiosa di Celestino V, la quale da anni contribuisce per la consulenza della sceneggiatura alla rappresentazione teatrale.

In scena sei attori, tra cui quattro professionisti, per la regia di Antonio Rampino (attore professionista molisano), il quale, in maniera eccellente, ha regalato attimi intensi e suggestivi al pubblico, impersonando Fra’ Pietro Da Morrone, neoeletto papa Celestino V, entrando in scena dal momento in cui la delegazione da Perugia il 18 luglio 1294 giunse sull’eremo consegnandogli il Decreto all’accettazione della nomina, raccontando poi la difficile riflessione e la rinuncia, interpretato non come l’atto di viltà nella concezione dantesca, ma come la petrarchesca prova di coraggio.Toccante la scena in cui Celestino si spogliò degli abiti pontifici, tornando ad indossare il saio. Rinuncia, dunque, non rifiuto.

Tra i protagonisti l’attore sulmonese Pietro Becattini nel ruolo del cardinale Stefaneschi, biografo e autore del poema sul papa-eremita,  Tino Calabrò nei panni di “Santuzzo” ovvero San Roberto da Salle, fedelissimo di Fra’ Pietro, Adriano Di Buccio ha interpretato Carlo d’Angiò, Raffaello De Angelis nel ruolo del portavoce dei delegati giunti da Perugia per la consegna del Decreto. A condurre lo spettatore di scena in scena è stato Lorenzo  Praticò, voce narrante. La presentazione è stata affidata a Stefania Esposito.

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