MANODOPERA SFRUTTATA: COINVOLTI ANCHE I SULMONESI SALVATORE E DI MEO

Anche un 56enne di Pettorano sul Gizio e un 52enne di Sulmona sono coinvolti in un’indagine internazionale denominata ‘social dumping’ e coordinata dalla procura distrettuale presso il tribunale dell’Aquila, che sgominato un’organizzazione dedita al reclutamento e allo sfruttamento di flussi di manodopera provenienti dall’est Europa.  Dalle prime ore del mattino i carabinieri del comando provinciale dell’Aquila, insieme ai reparti territoriali competenti, stanno dando esecuzione ad una serie di ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata a reclutare e sfruttare flussi di manodopera provenienti dall’est Europa, utilizzata nella ricostruzione post terremoto, all’Aquila.  Per la prima volta all’Aquila e’ stato contestato agli arrestati anche il reato di autoriciclaggio, recentemente introdotto.

Le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono: Antonio D’Errico detto ‘Tonino’ 59 anni, residente a Tortoreto; Nicolae Otescu detto ‘Nico’ di 46 anni, cittadino romeno residente a Lugoj (Romania); che risulta al momento ancora latitante ed e’ per questo ricercato dalle forze dell’ordine; Francesco Salvatore di 56 anni di Pettorano sul Gizio , residente a Sulmona; Panfilo Di Meo di 52 anni di Sulmona; Giancarlo Di Bartolomeo di 49 anni di Teramo; Massimo Di Donato di 63 anni, anche lui di Teramo. Tra le diverse misure cautelati adottate, il Gip del Tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella ha disposto per gli ultimi quattro la detenzione per soli due mesi. Successivamente, la misura prevede i domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Infine disposto anche il divieto di esercitare l’attivita’ imprenditoriale

A vario titolo sono accusati di associazione a delinquere per una lunga serie di reati fiscali, autoriciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Da quanto si è appreso, agli operai venivano dati 50 euro al giorno per oltre 10 ore di lavoro; erano sistemati in condizioni poco dignitose e continuamente minacciati.

“Si tratta di una delle prime indagini in Italia in materia di sfruttamento dei lavoratori e di autoriciclaggio, norme introdotte di recente nel nostro sistema penale, che ha richiesto un impegno notevole e per questo ringrazio i carabinieri”. Così il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, nella conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione. “L’indagine è nata da una denuncia della Cgil ma non è casuale, si inserisce in un progetto di tutela della legalità nei fatti attinenti alla ricostruzione post-sisma – ha aggiunto il procuratore -. La Procura ha svolto numerose indagini in materia, da ‘Dirty job’ a ‘Betrayal’, da quella sui Map ai balconi degli alloggi antisismici del progetto C.a.s.e.”. Secondo Cardella, “in questo settore stiamo profondendo uno sforzo che è anche maggiore considerando l’esiguità dei magistrati, del personale amministrativo, su cui grava l’incombenza degli accertamenti in questi casi. Lavorano sempre più faticosamente perché sono sempre meno”.