PUNTO NASCITA, “CORTEO LUMACA” DI PROTESTA SULL’ASSE ATTREZZATO

Corteo lumaca questa mattina sull’asse attrezzato Chieti- Pescara di una trentina di auto  con a bordo esponenti dei comitati civici di Sulmona, Atessa (Chieti), Atri (Teramo), Ortona (Chieti), Penne (Pescara) e Tagliacozzo (L’Aquila). Da da S. Giovanni Teatino (Chieti) a passo d’uomo hanno raggiunto piazza Unione, dove hanno manifestato davanti la sede della Regione.  Nel mirino dei manifestanti non solo la chiusura dei punti nascita dei rispettivi ospedali, ma anche i tagli della Regione che hanno colpito i presidi sanitari periferici.  In un incontro con i giornalisti hanno ribadito i percorsi della piattaforma comune adottata e le iniziative da intraprendere riguardo tutte le problematiche sanitarie nel pieno rispetto dell’articolo 32 della Costituzione. Erano presenti, a titolo personale, anche i consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri.

“La protesta di oggi – ha detto il portavoce del presidio pro punto nascita di Sulmona, Luigi La Civita – é la punta dell’iceberg. Quando questi tagli lineari diventeranno effettivi i cittadini capiranno cosa vuol dire. Questa é una protesta civica e senza colori politici e che vuole essere a difesa di territori che rischiano di perdere presidi sanitari importanti. Il governatore D’Alfonso deve scendere dal piedistallo e capire che così facendo si va a penalizzare le aree interne che già devono fare i conti da tempo con una politica di ridimensionamenti”.”Con la chiusura della Chirurgia il nostro ospedale rischia di morire – ha detto il sindaco di Atessa, in provincia di Chieti, Nicola Cicchitti -. Chiediamo una politica sanitaria seria che non pensi solo ai tagli, penalizzando un intero territorio”. Il sindaco di Tagliacozzo (L’Aquila) Maurizio Di Marco Testa, non presente per impegni istituzionali nel centro marsicano ha inviato un telegramma di adesione. ” Noi – ha detto Gabriele Frisa, del Comitato civico a difesa del punto nascita di Penne – siamo per gli investimenti a favore della sanita’ pubblica. La Regione deve riaprire la questione e i tagli devono interessare le cliniche private e il privato che opera nel settore pubblico. Da venti anni – ha sostenuto – i reparti sono oggetto di tagli, ma questo non ha comportato risparmi. Solo a Penne siamo passati da 210 a 90 posti letto e la spesa e’ comunque aumentata”.

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