“ECHI DI LIBECCIO”, LA MUSICA FA SENTIRE TUTTI FRATELLI

“Echi di libeccio”, parola chiave: integrazione. Quale migliore scelta per far incontrare Sulmona con i diciotto profughi africani, ospiti in città dallo scorso 6 maggio (clicca), se non la musica come linguaggio universale dell’umanità, che unisce i popoli e fa sentire tutti fratelli. Una festa etnico-sociale quella che si terrà domenica alle 17.30 al cinema Pacifico, in cui risuoneranno echi di quel vento caldo che sa di Africa, quando molti musicisti peligni saliranno sul palco, suoneranno e canteranno insieme ad alcuni degli ospiti, oltre a un artista senegalese e uno marocchino che vivono a Sulmona da tanti anni. Perchè accoglienza non vuol dire solo assistenza, burocrazia e controlli sanitari. La manifestazione, a cui parteciperà (probabilmente) anche l’assessore regionale Marinella Sclocco, è stata presentata nel primo pomeriggio di oggi a palazzo San Francesco (foto), alla presenza del sindaco, Peppino Ranalli, del leader del gruppo DisCanto, Michele Avolio, dell’avvocato Danisia Guglielmi, del giornalista Patrizio Iavarone, del fotoreporter Nico Tucci ( sulmonese di lunga esperienza nei paesi dell’Africa) e l’avvocato Chiara Maiorano, fondatori del comitato  “Sine Solo” (senza terra), nato spontaneamente (composto da 300 persone circa) per concretizzare la solidarietà accogliendo da subito gli immigrati, mettendo a disposizione le proprie professionalità, capacità, braccia e cuore, rispondendo così alle reazioni negative, con frasi anche scontate, scatenatesi soprattutto sul web alla notizia dell’arrivo dei profughi in città. “Da subito ho invitato la cittadinanza ad accogliere positivamente gli immigrati, nel segno dell’integrazione. Proprio come accadde ai nostri nonni, in periodi di grandi difficoltà, quando tantissimi italiani emigravano oltreoceano.” ha esordito il primo cittadino, senza dimenticare di ringraziare il commissario della ex Casa Santa, Dario Recubini, il Comitato Sine Solo e Avolio dei DisCanto, raccontando di essere stato colto di sorpresa quando gli fu comunicata la notizia dell’arrivo degli ospiti. Lo ha detto mentre sorrideva con il piccolo Joshua, di 5 anni, dagli occhi vispi e il sorriso contagioso, che gli sedeva accanto. “Ognuno di noi si è dato da fare” ha aggiunto “Avere affianco oggi questo bimbo mi fa rendere conto delle delle difficoltà che hanno vissuto. Mi fa molto piacere poter offrire disponibilità” ha continuato Ranalli “Dev’essere questo un momento di discussione vera, ritengo che si debbano affrontare questioni della libertà di fede, di espressione. Invito tutta la cittadinanza a partecipare a questa festa di domenica”. Una festa, come ha spiegato Avolio, promotore dello spettacolo, che farà conoscere l’Abruzzo all’Africa e viceversa, andando oltre quella ricerca di solidarietà per una buona accoglienza, rimarcando il fatto che si tratta di azioni fatte in passato anche per casi di italiani in difficoltà. “Per la prima volta eseguirò una poesia di Vittorio Monaco chiamata “canzona clandestina” che in dialetto pettoranese parla proprio della situazione degli immigrati arrivati in Italia con i barconi nei primi anni del duemila” . Non solo spettacolo, sarà un’occasione per conoscere le loro storie, per riflettere, per discutere e conoscerli. Un buffet sarà offerto dalla Casa Santa, che ha collaborato nella realizzazione della manifestazione.   Per continuare ad aiutare gli immigrati, a tutti i livelli, al fine di sopperire a tutte le esigenze, come anche quelle legali per l’ottenimento del permesso di soggiorno, il percorso del comitato proseguirà trasformandosi in associazione sociale, come prossimo passo. L’ex Ipab ha messo a disposizione del comitato un locale sottostanti l’edificio ex Dc lungo Corso Ovidio ( in cui alloggiano i profughi, ribattezzato Palazzo della Solidarietà) per raccogliere tutto il materiale e i beni destinati agli ospiti.

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Nico Tucci, il piccolo Joshua, sindaco Ranalli

 

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Avv danisa Guglielmi e Michele Avolio DisCanto

 

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