EMERGENZA PROFUGHI, TRA SOLIDARIETA’ E CONTESTAZIONI

Se da una parte cresce la solidarietà e il buon cuore della gente sulmonese, concretizzandosi in donazioni spontanee coordinate dal comitato “Sine Solo” (Senza Terra), per far fronte all’emergenza profughi a Sulmona (clicca), dall’altra arrivano contestazioni contro l’accoglienza degli immigrati, non solo con manifesti comparsi in notturna, qualche sera fa, lungo la ringhiera che si affaccia su via Japasseri, ma con valanghe di commenti su Facebook e dichiarazioni in comunicati stampa come quello di “Sovranità Sulmona”, il movimento che si ispira a Matteo Salvini, a firma di Alberto Di Giandomenico.  Da ieri mattina lavora senza sosta il comitato composto da numerosi volontari, che resterà aperto per una decina di giorni circa, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19 con sede in Largo Mercatello 16 (ex Mondo Cane), reperendo beni di prima necessità, che già tantissime persone hanno consegnato per le 14 donne di nazionalità nigeriana, di cui una incinta, 4 ragazzi, di cui uno del Senegal e uno del Mali, un bimbo di 5 anni e una di 2 anni. Dalle scarpe ai vestiti, da prodotti per igiene personale a medicine. Una rete di solidarietà che si sta mobilitando e va avanti con tenacia, nonostante quanti continuino ad esprimere, soprattutto sui social network (qualcuno con rabbia e in alcuni casi con espressioni violente), opinione contraria all’accoglienza, con l’idea che si debba aiutare prima gli italiani e i sulmonesi in difficoltà.  “Anche a Sulmona prende piede il grande business del nostro tempo, la gestione dell’emergenza immigrazione con fondi europei” afferma Alberto Di Giandomenico in un comunicato stampa “Un business” dice “portato avanti dalle associazioni che si aggiudicano ricchi appalti di ‘gestione dell’accoglienza’ sulle spalle dei cittadini, che si vedono costretti a patire i disagi ed i rischi di un fenomeno che la politica non sa o non vuole gestire in maniera adeguata. Ci chiediamo, e siamo certi che anche i cittadini di Sulmona lo stiano facendo” continua Di Giandomenico “perché le istituzioni italiane ed europee non abbiano avuto per la salvaguardia dei servizi e delle attività economiche dell’area la medesima cura ed attenzione che hanno ora nell’organizzare l’accoglienza di grandi masse di immigrati clandestini di cui solo pochissimi saranno poi effettivamente riconosciuti come ‘rifugiati” conclude la nota di Sovranità Sulmona  “continueremo a Sulmona come in altre parti d’Abruzzo con iniziative di protesta contro l’apertura di centri di accoglienza sul territorio regionale, forti della convinzione che l’unica soluzione possibile per l’emergenza immigrazione sia la sua gestione su suolo africano e che le risorse economiche oggi impiegate per mandare avanti il ‘business dell’accoglienza’ debbano essere invece impiegate a sostegno dei cittadini e delle imprese italiane in difficoltà”.