L’ARRIVO DEI 18 PROFUGHI A SULMONA INFIAMMA DIBATTITI. RESTERANNO SOLO DUE MESI
L’arrivo di 18 profughi nordafricani a Sulmona ha scatenato vivaci dibattiti in città, con valanghe di commenti sul social network, tra favorevoli e contrari, tra chi sa che non si può girare la testa all’altra parte e chi infiamma polemiche dal sapore poco solidale; tra perplessità e preoccupazioni, da parte di cittadini poco disposti ad aprire le porte a chi è in difficoltà. Rassicurazioni arrivano dal commissario reggente dell’Asp (ex Casa Santa dell’Annunziata) Dario Recubini. I diciotto ospiti, secondo il progetto presentato dal pio ente, resteranno a Sulmona solamente due mesi, fin quando, cioè, non arriveranno le destinazioni stabilite per ognuno, sottoposti già a controlli nello sbarco ad Agrigento e nuovamente all’ingresso in Abruzzo. In sostanza questa città per loro è solamente una sistemazione transitoria. Ampie rassicurazione sulla sicurezza arrivano anche dal viceprefetto, Giuseppe Guetta, secondo il quale i profughi sono sotto continua sorveglianza da parte delle forze dell’ordine, nel periodo in cui sono stati sistemati, per l’alloggio, nei due appartamenti comunicanti al terzo piano della palazzina ex Dc, lungo Corso Ovidio, e, per il vitto, in una stanza attigua alla Casa di riposo per anziani. Da palazzo San Francesco, l’assessore al sociale, Nicola D’Alessandro, ha spiegato che il sindaco ha richiesto garanzie sulla sicurezza e, nonostante il caso non sia di competenza del Comune, comunque saranno messi a disposizione professionisti a sostegno, anche se si tratta di figure già esistenti in quanto sono previste dal progetto realizzato dall’ex Ipab, ente morale in difficoltà economica, partecipando a un concorso indetto dalla Prefettura dell’Aquila.