PRIMO MAGGIO CON GLI ANTICHI RITI RELIGIOSI: “MADONNA DELLA LIBERA” A PRATOLA E SAN DOMENICO A COCULLO

Sarà un primo maggio all’insegna dei riti religiosi di secolare tradizione per i paesi della Valle Peligna. Quest’anno coincidono nello stesso giorno due suggestive manifestazioni: la Festa di san Domenico con il rito dei serpari a Cocullo e l’apertura dei festeggiamenti in onore della Madonna della Libera con l’arrivo a piedi da Gioia dei Marsi dei pellegrini che entreranno in ginocchio nel santuario dando vita al rito dello “strascine”. Eventi che richiamano folle di visitatori, curiosi, habituè e fedeli in preghiera, legati al fascino di riti che s’intrecciano con la devozione religiosa. Tra pietà popolare e folclore. La mattina sarà la volta dell’antichissimo e suggestivo rito dei Serpari a Cocullo, che si ripete da secoli durante la festa in onore di San Domenico Abate, protettore dal morso dei serpenti. Prima la messa, poi il momento più atteso: la vestizione del santo con i serpenti catturati nei campi già da un mese prima. Già dalle prime ore del mattino si riempie la piazza in ogni dove: fedeli in pellegrinaggio, turisti, studiosi di antropologia, cineamatori, operatori televisivi, fotografi. Una festa antichissima e affascinante che ha le carte in regola e si prepara a diventare patrimonio dell’Unesco. Il pomeriggio, poi, ci si può trasferire a Pratola Peligna, dove, all’imbrunire, nei pressi del casello autostradale, i pellegrini di Gioia, dopo aver camminato per quaranta chilometri faranno ingresso in paese intonando canti di preghiera come inno a Maria liberatrice. A dare loro il benvenuto le autorità civili e religiose insieme al comitato organizzatore, tra il suono delle campane a festa, fuochi d’artificio, gioia e applausi mentre tutta la comunità tra applausi e abbracci grida “Viva la Madonna della Libera”. In processione si arriva al santuario, accolti da una folla,  che incoraggiano i pellegrini che, proseguendo i canti di preghiera, salgono le scale e in fila per due strusciano in ginocchio lungo la navata centrale, tra ali di folla fino al bacio sotto l’altare maggiore. Così Pratola alza il sipario sulle celebrazioni in onore della vergine Maria liberatrice che dureranno fino al 16 maggio (clicca). 

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