AL VIA IL PRIMO PELLEGRINAGGIO ALL’EREMO “MADONNA DI COCCIA”

Al via il primo pellegrinaggio alla “Madonnella di Coccia”, santuario medievale, posto a 1320 metri di quota. Partendo dal piazzale della chiesa di Sant’Eustachio a Campo di Giove, il 2 maggio (ore 14) si partirà alla volta dell’eremo seguendo (per circa un’ora) il sentiero della libertà, che prigionieri e soldati seguirono fuggendo sul Monte Coccia, della catena Maiella.  Saranno presenti il vescovo, don Magloire e il sindaco di campo di Giove, Giovanni Di Mascio. Per la piccola struttura, abbandonata per molto tempo, si punta al restauro (l’ultimo è del 2009 ad opera del Parco Majella) per riportarla all’antico splendore. Poche le notizie storiche, le uniche certe scaturiscono da una prima operazione di restauro risalente probabilmente al post sisma del 1706, come riporta la data incisa sull’architrave del portone d’ingresso ( 1748), realizzato grazie a un benefattore campogiovese, Michele Vella.

L’eremo rappresenta oggi, insieme alla chiesetta di San Germano di Pacentro, uno dei pochi esempi di chiesa-rifugio-stazzo; il luogo, infatti, era, un tempo, una tappa del passaggio obbligato per chiunque volesse raggiungere lo stazzo del  Guado di Coccia, offrendo  sicuro rifugio  per la notte. In origine  era frequentato da  pastori , briganti ed eremiti in mistico raccoglimento, e da coloro che , per ragioni commerciali o per altre necessità , attraversavano il Guado, per passare dall’altra parte della montagna, seguendo il sentiero che , inevitabilmente, portava alla chiesetta , diretti a comprare derrate alimentari sia da consumare sia da rivendere al mercato di Sulmona, come ricordano ancora gli anziani del paese. La ricerca si arricchisce anche di altre interessanti notizie che tramandate dal l’Arci Curato  Don Virgilio Orsini  , Parroco del paese dal 1929 al 1943,  nel testo da lui scritto“ Campo di Giove … dai primitivi   alla seggiovia”, da cui si evince che  il sentiero corrisponde alla  strada che lo storico De Stephanis chiama “l’altra via” dell’impervia gola della Majella o di Coccia  attraverso  cui il famoso generale cartaginese Annibale sarebbe passato  ( secondo alcuni  storici come Livio e Polibio ) la prima volta nel 217 e, di nuovo , nel 211 a.C  . Molto più tardi attraversato da Hughes De Vermandois  (1096 – 1099) mentre con i suoi soldati  si recava in Terrasanta per la Prima Crociata  , come attesta il geografo arabo Edrisi , dando pittoreschi nomi ai posti che stava attraversando  quando scrive che la suddetta colonna di armati passò per Balanàh , ovvero Palena e Bagiambru  riferendosi all’attuale paese di  Pacentro .

Sulla parete di fondo , sopra l’altare, si trovava un magnifico bassorilievo  della “ Madonna di Coccia” purtroppo rubato da ignoti ,  probabilmente , intorno agli anni 1971 / 1972 . Costruita in appoggio ad una roccia,  si incastra in senso trasversale rispetto al pendio della montagna, adattandosi all’orografia del terreno. È formata da due ambienti :  una piccola chiesa rettangolare e  un settore abitativo  quadrangolare contiguo alla chiesa, ma sito ad un livello più basso. Sulla  facciata principale  un portale settecentesco e due finestrelle rettangolari in pietra grigia,  mentre, internamente, un piccolo tabernacolo in stucco nel quale un tempo era collocato un bassorilievo raffigurante La Madonna col Bambino .

Qualche anno fa , lo scultore campogiovese  Liborio Pensa ha realizzato una nuova scultura della Madonnella col Bambino , copia perfetta dell’originale trafugato , donata all’Ente Comune di Campo di Giove e collocata presso l’edificio “Casa Quaranta “ nel centro storico del paese . Si auspica che tale notevole scultura possa avere , quanto prima la sua collocazione presso il santuario rupestre in questione.

<“La Madunnelle de Cocce” così chiamata dai residenti campogiovesi , sembra in attesa dei suoi devoti , desiderosi di riaccostarsi ad una fede che , in precedenza , è stata trascurata e persa nella confusione frenetica della vita quotidiana . L’ avvicinarsi a questo simbolo> si legge in una nota <posto così in alto , sempre più vicino a Dio , potrà infondere, in chi sa “ascoltare “ il silenzio , tra le cime  della Majella , quel senso di serenità e di pace di cui tutti abbiamo bisogno . Opportunamente ripristinato costituirà un forte richiamo per piacevoli escursioni ,  sia per fede che per svago.  Il verde brillante dei faggeti che lo circondano , consente alla pura  luce del sole e della luna , di creare colorati ghirigori tra le foglie che , con il passare delle stagioni cambiano colore; ed è questo lo scenario che si presenta a noi visitatori , e che circonda la nostra incantevole  chiesetta : discretamente nascosta tra gli alberi , prudentemente accogliente.>

 

 

 per chi volesse partecipare info. 0864 40 761; 3484787141, parrocchiasanteustaematteo@gmail.com