CENTRALE SNAM, MELILLA PRESENTA INTERROGAZIONE SCRITTA AI MINISTRI

In merito alla centrale di compressione gas che la Snam vuole costruire a Sulmona, l’onorevole Gianni Melilla (sel) ha presentato interrogazione a risposta scritta ai MinistriĀ dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico per sapereĀ se non si ritenga necessario e doveroso fermare ogni procedura autorizzativa in atto e disporre la modifica del tracciato escludendo la dorsale appenninica, eĀ Ā se non si intendaĀ convocare un vero tavolo di confronto Stato – Regioni al fine di individuare soluzioni alternative al progetto presentato dalla Snam, in applicazione di quanto deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati con la risoluzione n.7/00518 del 26 ottobre 2011.

“AĀ SulmonaĀ laĀ SNAMĀ prevede la costruzioneĀ diĀ unaĀ centraleĀ diĀ Ā compressione e spinta su una superficieĀ diĀ circa 12 ettari, con 3 turbo compressori alimentati a gasĀ diĀ 11 megawatt termici, un camino alto 14 metri e tre caldaie con camini alti 6,5 metri.Ā IlĀ metanodottoĀ e laĀ CentraleĀ si collocano in un’area ad alto rischio sismico nei pressi della faglia attiva del Monte Morrone. Il sito ĆØ incompatibile con il PRGĀ diĀ SulmonaĀ che prevede una zona a verde agricolo escludendo ogni impianto industriale.Ā Inoltre laĀ CentraleĀ sarebbe in un contesto ambientaleĀ diĀ grande pregio naturalistico, praticamente la porta d’accesso al Parco Nazionale della Majella-Morrone, su cui poggiano tanti progettiĀ diĀ sviluppo turistico in una zona tra le piĆ¹ depresse dal puntoĀ diĀ vista occupazionale d’Abruzzo.Ā Non ĆØ ammissibile che le scelte progettuali della Snam, siano ritenute indiscutibili, mentre le delibere di contrarietĆ , adottate dalle Istituzioni democratiche a tutti i livelli, non siano degne di considerazione alcuna.Ā Quanto accaduto aĀ  Mutignano di Pineto (ultimo di una serie diĀ  ā€œeventiā€ analoghi avvenuti purtroppo in questi anni nel nostro Paese) ĆØ la riprova che i metanodotti sono impianti pericolosi che mettono a serio rischio il territorio e la incolumitĆ  delle popolazioni residenti. Ā Dopo l’esplosione del gasdotto Snam a Mutignano di Pineto, il Governo Renzi dovrebbe fermarsi e rivedere la sua posizione di acritica accettazione del mega gasdotto “Rete Adriatica” di 687 km.,Ā una infrastruttura di mero attraversamento territorialeĀ che si intende far passare a tutti i costi lungo la dorsale appenninica a forte rischio sismico.Ā I territori, con i loro abitanti, meritano rispetto e attenzione. Opere di questa natura e dimensione non possono essere calate dallā€™alto Ā sulla testa dei cittadini, ma richiedono una attenta valutazione di ogni tipo di impatto : sulla salute, sulla sicurezza, sullā€™ambiente e sullā€™economia locale. Valutazione che, nel caso specifico, non ĆØ stata effettuata con il dovuto approfondimento e che invece ĆØ ancor piĆ¹ necessarioĀ  dal momento che il metanodotto e la centrale di compressione di Sulmona non servono al nostro Paese, che ha una sovrabbondanza di infrastrutture di importazione rispetto ai fabbisogni.

Il Ā grande gasdotto Rete Adriatica ĆØ unā€™infrastruttura ā€œstrategicaā€ inserita nei Progetti di Interesse Comunitario (nellā€™ottobre del 2013 la Commissione Europea ha individuato un elenco di 248 grandi progetti infrastrutturali, definendoli Progetti di Interesse Comune (PIC), molti dei quali riguardano gasdotti, lo stoccaggio di gas naturale e GNL) e che, in quanto tale, beneficia di procedure accelerate di autorizzazione, a discapito della qualitĆ  della valutazione di impatto ambientale e della partecipazione pubblica.

Nel dicembre 2010 Comuni, comitati, associazioni e singoli cittadini hanno inoltrato ricorso alla Commissione Europea contro tale opera. Tutte queste infrastrutture, disseminate in maniera esponenziale per favorire la grande finanza,Ā  e che la BEI finanzia nonostante il Ā continuo crollo dei consumi di gas sia a livello nazionale (ā€“ 11,6%) che europeo (ā€“ 9%) nel 2014 rispetto al 2013,Ā non solo a causa della crisi economica,Ā  ma anche per la concorrenza crescente delle energie rinnovabili,Ā la Regione Abruzzo si oppone alla realizzazione di questa opera e ha proposto soluzioni alternative”.