PUNTO NASCITA, NELL’ATTESA SI CONTATTA IL MINISTRO LORENZIN. ANIMI ACCESI IN CONSIGLIO COMUNALE

Nell’attesa che  il presidente della Regione Luciano D’Alfonso stabilisca la data per concedere l’incontro ai sindaci del centro Abruzzo al fine di discutere il decreto che riguarda la soppressione del punto nascita nell’ospedale di Sulmona, così come richiesto all’indomani della riunione a palazzo San Francesco dei giorni scorsi (clicca), si contatta il Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, la quale giovedi fornirà una risposta in Senato.  Una notizia annunciata  dal sindaco Peppino Ranalli a margine della seduta odierna del Consiglio comunale, rispondendo a una domanda di attualità formulata dal Consigliere di minoranza, Luigi La Civita (Forza Italia). Il primo cittadino, nel sottolineare che contro la chiusura della Maternità “è stato aperto un fronte  che non ha colore politico”, ricordando l’incontro con il presidente D’Alfonso insieme al consigliere comunale Di Piero e al consigliere regionale Gerosolimo, ha evidenziato che il contatto con la segreteria dell Ministro Lorenzin è stato possibile per intervento della senatrice Paola Pelino, presente questa mattina tra il pubblico nell’aula consiliare (foto).

<Stiamo cercando di avere un contatto con il Ministro anche tramite i nostri rappresentanti in parlamento, per far capire la specialità del punto nascita dell’ospedale di Sulmona, che abbiamo già espresso a quel tavolo di coordinamento, il quale, però, non ha voluto prendere in considerazione> ha detto Ranalli, esponendo anche il disagio alla cittadinanza che si è creato <Arrivano molte telefonate chiedendo se è ancora aperto il reparto>. Una confusione, in sostanza, tra i cittadini che fanno partire la battaglia sul web (clicca).

<Il decreto firmato dal presidente D’Alfonso in qualità di commissario ad acta non fa riferimento alle richieste d’incontro nè alla piattaforma che i sindaci hanno presentato. Cercheremo di utilizzare tutte le strade per scongiurare la chiusura del punto nascita. Bisogna fa capire la particolarità del nostro territorio, perchè non sono stati presi in considerazione i tempi di percorrenza, nè le distanze>. Conclude Ranalli annunciando che se non si otterrà l’incontro con D’Alfonso, come ha richiesto a nome dei 37 sindaci,  <noi andremo in Consiglio regionale la prossima settimana>.  Si procederà intanto al ricorso al Tar contro il decreto.

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Nel suo concitato intervento, il capogruppo forzista La Civita, attraverso la formale  domanda di attualità, ha chiesto che venisse informato il Consiglio comunale non solo su quanto emerso dall’incontro con il governatore regionale il 18 febbraio (clicca), ma anche sulle iniziative che si intende mettere in campo per difendere il punto nascita,  sullo stato di avanzamento dei lavori dell’ospedale e, criticando duramente il sindaco, sia < in merito alle annunciate dimissioni (minaccia di dimissioni ndr)> sia  sulle motivazioni per cui la riunione con i sindaci si fosse svolta a porte chiuse.

LACIVITA

Sulla questione si è acceso un botta risposta a più voci, con battibecchi dall’una all’altra parte dei banchi, tra Giunta e Consiglieri, che continuavano a sovrapporre i propri commenti alzando la voce con enfasi. In particolare il vicesindaco Luciano Marinucci, lo stesso La Civita e il Consigliere Mimmo Di Benedetto, con l’aggiunta di rapide frecciate, da un lato all’altro, da parte dei consiglieri Salvatore Di Cesare e Luigi Santilli. Sospesa la la seduta, per volere del presidente del Consiglio comunale (per dieci minuti) al fine di placare gli animi (in virtù del mancato rispetto del regolamento in aula consiliare di non intervenire se non richiesto). Alla ripresa il sindaco Ranalli ha replicato al capogruppo di FI, respingendo  le accuse e invitandolo a collaborare su questo aspetto importante e a mettere da parte <la demagogia politica su queste questioni>. Ha commentato: <C’è evidentemente un forte scollegamento tra il capogruppo e la senatrice del suo stesso partito: lei (il consigliere) non è nemmeno a conoscenza delle iniziative messe in campo>. Frase che ha fatto saltare sulla sedia il consigliere La Civita, costretto poi ad annunciare la trasformazione in interrogazione della domanda appena formulata. Appuntamento alla prossima seduta.

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