ANNULLAMENTO ELEZIONI, TAR RIGETTA RICORSI

aggiornamento Rigettati i due  ricorsi (per scelta tecnica, uno redatto dagli avvocati Arianna Giampaolo ed Enrico Costanzo, l’altro dall’avvocato Luigi Di Loreto) che le 5 liste di “Sulmona Unita” (con le firme anche di alcuni cittadini) avevano presentato al Tar dell’Aquila per l’annullamento delle elezioni amministrative (clicca link) in seguito al decesso del candidato sindaco, Fulvio Di Benedetto, stravotato, poi, alle urne dai sulmonesi tanto da assegnargli un posto nel ballottaggio (incassando il 26,99%) con l’attuale sindaco Ranalli. Il vuoto normativo, poi, per un caso anomalo come la morte di un candidato sindaco durante la campagna elettorale in un Comune sopra i 15 mila abitanti, non ha permesso il prosieguo della corsa, lasciando il posto al terzo piú votato, l’attuale consigliere del Pdl Luigi La Civita, oggi all’opposizione insieme a tre liste di “Sulmona Unita”.

In sostanza per i giudici del Tribunale amministrativo dell’Aquila sarebbe legittimo votare un candidato deceduto, in riferimento al fatto che per questo tipo di Comuni la legge prevede il voto disgiunto, “consentendo l’espressione della preferenza per il sindaco non necessariamente collegata con l’espressione di preferenza per un consigliere comunale o una lista che lo appoggi. In tal caso, la sorte della lista (o dei candidati consiglieri), può non essere legata a quella del candidato sindaco” come recita un passo della sentenza “attribuendosi i voti alle liste indipendentemente dall’elezione del candidato sindaco da queste appoggiato””

Dal punto di vista degli avvocati si tratta di un caso peculiare in Italia, con tanto di vuoto normativo non colmato. Una situazione che potrebbe “fare scuola” nel caso in cui dovesse avvenire in qualche altra città italiana. Il parere dei legali sarebbe oggi quello di proseguire la strada giurisdizionale ricorrendo al Consiglio di Stato, cosichè sarebbe un organo superiore a poter mettere fine, in un modo o nell’altro, a una particolare e complessa situazione.

Dal punto di vista politico, invece, “Sulmona Unita” dovrà riunirsi e concertare insieme se andare avanti oppure fermarsi. “Se si tratta di motivazioni soddisfacenti ci fermeremo qui, ma, se non ci sono rassicurazioni dal punto di vista della legittimità della norma, ricorreremo al Consiglio di Stato” afferma Andrea Gerosolimo, in una rapida dichiarazione strappata a caldo dalla nostra redazione, prima dell’analisi ponderata delle ragioni contenute nella sentenza, dopo l’udienza che si è tenuta ieri. Annuncia, quindi, l’intenzione di valutare le scelte da fare insieme agli altri componenti della coalizione. Dello stesso parere anche il consigliere comunale Mimmo Di Benedetto (Sulmona Demoicratica), il quale non appena appresa la notizia ha dichiarato che la decisione sul prossimo passo da compiere sarà presa dal gruppo, dopo aver analizzato le motivazioni e capire se sono convincenti. Riserva che sarà sciolta, con molta probabilità, la prossima settimana. Nel caso in cui opteranno per il prosieguo della via giuridica, avranno di tempo fino al 20 novembre per depositare il ricorso alla Corte Suprema e già entro la prossima primavera si potrebbe conoscerne l’esito.
Un ricorso che, comunque, andava fatto, secondo il parere di molti dei coinvolti, in quanto il vuoto normativo crea un “caso” che andrebbe risolto nell’interesse generale. Ma che non distoglie dai lavori dell’amministrazione comunale.
Intanto tira un sospiro di sollievo il sindaco Peppino Ranalli che può restare alla guida della città.

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