DIGIUNANO GLI AVVOCATI “HO FAME DI GIUSTIZIA”

“Ho fame di giustizia”. La lunga notte al tribunale. Dalle 8 di domani mattina altri 30 avvocati si aggiungeranno ad Elisabetta Bianchi, la quale per prima ha attuato dalle 13 di oggi lo sciopero della fame ad oltranza (proposto durante l’ultima assemblea – clicca qui- da lei stessa la quale pernotterà all’interno dell’edificio) come forma di protesta contro il decreto 155 del 2012 che prevede l’accorpamento al tribunale dell’Aquila, come il taglio non solo per i trenta presidi giuridici italiani, ma anche per i quattro abruzzesi (Lanciano, vasto, Avezzano e Sulmona). Graziati per due anni uffici giudiziari dei palazzi di Sulmona e Avezzano, per una deroga legata al sisma 2009. Occasione, dunque, per mettere in atto strategie. Un banchetto all’ingresso, per la raccolta firme riguardante i referendum sulla giustizia, e locandine affisse un po’ ovunque che spiegano le motivazioni della manifestazione. E’ questo lo scenario questa sera in piazza Capograssi, dove, tra le diverse persone che si sono soffermate davanti ai tavolini, ritenendo erroneamente di poter firmare per una petizione in difesa del tribunale, spinti forse da un po’ di confusione creatasi questa mattina mentre si svolgeva al terzo piano l’assemblea in cui si decidevano le modalità per proseguire concretamente la battaglia (clicca qui) è arrivato anche il sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli, a capo del comitato istituzionale per la salvaguradia del tribunale nato lo scorso luglio (clicca qui), come anche l’assessore comunale di Pratola Peligna, Fabrizio Petrella. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di ottenere l’immediata presenza del Ministro della Giustizia a Sulmona, come viene specificato anche sui manifesti, “per un viaggio con i mezzi pubblici in tutto il circondario del nostro tribunale , per rendersi conto delle distanze ottocentesche della carenza di infrastrutture e di collegamenti pubblici”.
Il palazzo di Giustizia di Sulmona by night lo avevamo già visto nel dicembre 2011 quando, agli inizi della battaglia per la salvaguardia del tribunale, si scelse la strada delle udienze civili in notturna come forma di protesta.

 

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