METANODOTTO, COMITATI “NON CI FERMIAMO”

Per i comitati sulmonesi la battaglia continua. Non si danno per vinti gli ambientalisti sulmonesi che da cinque anni portano avanti la lotta. Non mollano di fronte alla decisione della Consulta che ha bocciato la legge regionale antigasdotto (clicca qui).  Spronano “il Consiglio Regionale a riformulare la legge tenendo conto dei rilievi della Corte”. “Sono in gioco valori fondamentali per la vita della nostra comunità, come il diritto alla salute, il diritto alla sicurezza e il diritto   di decidere del nostro futuro e di quello dei nostri figli, valori che non intendiamo subordinare né agli interessi delle multinazionali, né ad una politica ad esse asservita” affermano  “Non solo ci portano via servizi essenziali come il Tribunale e la Sanità, ma vogliono anche imporci a tutti i costi opere che avranno un impatto devastante sotto l’aspetto umano, sociale ed economico.  Oggi più che mai la sana politica e le istituzioni debbono far sentire la loro voce e, nell’espletare appieno il loro ruolo di rappresentanti dei cittadini, mettere in atto iniziative forti nei confronti di chi vorrebbe ridurci alla condizione di sudditi, privarci della sovranità  e trasformare il nostro territorio in un deserto”

In una nota dichiarano “prendiamo atto della decisione della Corte Costituzionale  in merito alla  incostituzionalità della legge regionale n. 28 del 2012; nel contempo la Corte riconosce il pieno diritto della Regione a legiferare in materia, in quanto per questi settori (energia e governo del territorio), stante la  compresenza di interessi statali e regionali, vige il principio della potestà legislativa concorrente” puntano poi il dito contro la Regione considerandone grave il comportamento perchè ” non si è costituita in difesa di una legge regionale che mirava a tutelare i cittadini da un rischio molto concreto e attuale come quello sismico. Sotto questo profilo ci appare illogica la sentenza della Corte in quanto la stessa legge n.239 del 2004, che disciplina questa materia, prevede un “adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole regioni”. E’ del tutto evidente ed inconfutabile che uno dei limiti “fisici” dell’Abruzzo è proprio la elevata sismicità del suo territorio” aggiungono “Non ci sono comunque dubbi sul fatto che tali opere possono essere realizzate solo se c’è l’intesa tra  Stato e Regione: intesa che, come ha chiarito la stessa Corte, deve essere “in senso forte, ossia di atti a struttura necessariamente bilaterale, come tali non superabili con decisione unilaterale di una delle parti” ; inoltre  “tali procedure non potranno in ogni caso prescindere dalla permanente garanzia della posizione paritaria delle parti coinvolte” (sentenza n. 383 del 2005).

La Regione Abruzzo si è espressa chiaramente al riguardo, attraverso due risoluzioni approvate alla unanimità (il 18 ottobre 2011 e il 14 febbraio 2012). Con esse il Consiglio Regionale, in ragione dell’elevato rischio sismico connesso con le aree che dovrebbero essere attraversate dal gasdotto “Rete Adriatica”,  impegna il Governo a negare l’intesa sull’ attuale progetto della Snam e a chiedere l’istituzione di un apposito tavolo di confronto per l’individuazione di una soluzione alternativa.

Ma il Presidente Gianni Chiodi, dimostrando assoluta mancanza di rispetto per il Consiglio, continua tuttora a non dare attuazione alle risoluzioni, favorendo così il disegno della multinazionale del gas. E’ il caso di ricordare che il deposito sotterraneo di  gas di Rivara (MO) è stato cancellato dal Governo nazionale dopo che la Regione Emilia-Romagna, in base al principio di precauzione e non ad una norma regionale, ha negato l’intesa, un mese prima del sisma”