TRIBUNALE, UIL PENITENZIARI “POTENZIARE, NON CHIUDERE”

” La scelta di togliere una istituzione così importante  rappresenta una disfatta sotto tutti i punti di vista”. E’ il commento in una nota della Uil penitenziari, a firma di Mauro Nardella, segretario provinciale del sindacato, intervenendo in merito alle fioche speranze di sopravvivenza del Tribunale di Sulmona.  “Se chiudere il tribunale , che per le sue peculiarità territoriali dimostra di essere una pietra miliare per  i cittadini ed operatori  che ivi ci  vivono, sarebbe azzardato” scrive Nardella ” farlo  in un periodo storico come quello che ha visto trasformare la Casa di reclusione di Sulmona in un carcere di Massima sicurezza vuol dire quanto di più deprecabile ci possa essere in termini di decisioni prendibili”. Nel carcere sulmonese, come ricorda il sindacalista “da alcuni mesi, sono ristretti detenuti che, in quanto a status criminale, rappresentano il massimo in termini  giuridici.
 La frequenza giuridica che caratterizza le loro vite “criminali” è tra le più alte d’Italia e quindi la necessità che gli stessi hanno di doversi rifare ad un organo giuridico, soprattutto se si considera l’istituto della rogatoria e delle videoconferenze, dovrebbe già di per sè favorire la presenza se non addirittura potenziare, una realtà qual’è quella di un tribunale ma  che, viceversa e in maniera del tutto paradossale, si vorrebbe chiudere.
Il tutto con logiche conseguenze anche per gli operatori carcerari i quali, proprio per il pesante carico giudiziario che contraddistingue i 420 detenuti  di elevata sicurezza e collaboratori di giustizia, hanno già sperimentato un notevole aumento di traduzioni a lunga gittata. La Suprema Corte, rigettando le questioni di legittimità costituzionale, ha voluto solo esprimersi nel merito. Ha fatto solo il proprio dovere” commenta “Chi dovrebbe invece sobbarcarsi l’onere di rivedere la scelta è proprio chi ha voluto che si facesse questa scelta vale a dire la politica.
Seppur apprezzabile lo sforzo fatto dalla senatrice Stefania Pezzopane, la Uil Penitenziari chiede ai politici tutti uno sforzo ancor più energico  volto a rivedere le scelte fatte in precedenza e sulla scorta anche delle novità nel frattempo subentrate, vedasi nuova circuitazione del carcere, restituire a Sulmona serenità per il futuro.
Se non lo faranno, gli stessi politici che hanno voluto questo dovranno rispondere anche dei tanti posti di lavoro che saranno messi a rischio qual’ora l’indotto che gira attorno al tribunale dovesse venir meno.
La riforma, come sottolineato da Gabriele Tedeschi, anche per la Uil penitenziari” conclude Nardella “non garantirà né risparmio di denaro pubblico né maggiore efficienza, ma creerà solo notevoli disagi. Quei disagi che la polizia Penitenziaria non vorrebbe aggiungere a quelli che già ha e che di fatto stanno gettando in un baratro le aspirazioni e i diritti di molte persone operanti nel settore”