DIPENDENTI TRIBUNALE COSTITUITI IN GIUDIZIO DAVANTI CORTE COSTITUZIONALE

In merito al caso del trasferimento del personale del palazzo di Giustizia sulmonese  si sono costituiti oggi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale,  originato dalla ordinanza del Tribunale di Sulmona in composizione collegiale, i dipendenti del Tribunale di Sulmona, della Procura della Repubblica di Sulmona e degli Uffici del Giudice di Pace di Castel di Sangro e di Pratola Peligna,   tramite degli avvocati Mauro Calore, Gabriele Silvestri e Gabriele Tedeschi e con la consulenza di Fabrizio Politi, docente di diritto costituzionale presso l’Università dell’Aquila. I primi giudizi sono fissati per le udienze del 2 e 3 luglio (finora le ordinanze di remissione sono 22). I dipendenti hanno impugnato i provvedimenti relativi al trasferimento del personale attuativi della legge delega per la riforma della geografia giudiziaria e dei conseguenti decreti legislativi. Facendo leva sulla illegittimità costituzionale di tali norme (per il contrasto con gli articoli 3,24, 25, 27, 70, 72, 76, 77,81, 97 e 111 della Costituzione). Il  Tribunale  di Sulmona, lo scorso 21 febbraio, con un’ampia, articolata e motivata ordinanza,  ha ritenuto la rilevanza e la non motivata infondatezza delle questioni sollevate, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale “per il giudizio di costituzionalità sulle norme  aventi ad oggetto la soppressione del Tribunale di Sulmona, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sulmona, del Giudice di Pace di Castel di Sangro e del Giudice di Pace di Pratola Peligna”.

In particolare per quanto riguarda gli uffici giudiziari sulmonesi, il Tribunale ha ritenuto la sussistenza della sollevata questione di illegittimità costituzionale: in ordine alla irrazionale distribuzione degli uffici sul territorio (con la soppressone del Tribunale un territorio molto ampio come il nostro rimarrebbe senza un fondamentale presidio di legalità), per la omessa considerazione della esistenza nel circondario del Tribunale di Sulmona di una importantissima casa di reclusione, per la omessa valutazione delle nostre specificità territoriali: centralità geografica, caratteristiche morfologiche, valori ambientali, distanze, difficoltà nei collegamenti con gli inevitabili riflessi negativi sul diritto dei cittadini di accedere alla giustizia, per il mancato rinvio di ogni decisione sulla soppressione del Tribunale di Sulmona, come pure era previsto nella legge delega.