DAL SULMONA AL CALCIO CHE CONTA

“Se puoi sognarlo, puoi farlo.” Era questo il motto di Walt Disney. Due favole degne del celebre animatore e fumettista, più famoso al mondo: le carriere calcistiche di Mateus Ribeiro Dos Santo e Bàlint Bajner. Il primo è un giovane di 22 anni brasiliano e di belle speranze con esperienze nelle giovanili di Virtus Lanciano e Valle del Giovenco. Approdato nel 2010 alla corte di mister Di Loreto nel San Nicola Sulmona dei record in Promozione, mette insieme ben 11 reti. L’anno seguente Dos Santos passa al Civitella Roveto dove realizza 29 reti, ed è il principale artefice della promozione dei marsicani. Nella stagione appena trascorsa riesce a conquistare la salvezza all’ultima giornata in terra rovetana, nonostante l’ottima partenza in campionato. Con 28 centri vince la classifica marcatori. Le quasi 70 reti in tre anni fanno si che il Chievo Verona inizi a seguire l’attaccante carioca e che a fine stagione lo blocchi per poi girarlo in prestito al Servette, società militante nella serie A svizzera, dove farlo cresce fisicamente e tecnicamente, per poi lanciarlo in prospettiva futura nel massimo campionato nostrano. Se quella di Dos Santos sembra la più tipica delle fiabe del ragazzino sud americano umile che cerca di sfondare nel calcio ormai eurocentrico, quella di Bàlint Bajner è ancor più incredibile. La sua parabola si potrebbe paragonare a quella di Moreno Torricelli, dalla Carratese alla Juventus di Trapattoni vincitrice della coppa Uefa. Bajner è un attaccante ungherese classe ’90, corporatura possente che ricorda molto quella di Edin Dzeko, con trascorsi nelle giovanili dell’ Haladàs (Ungheria). Si trasferisce a 18 anni nel Liberty Salonta dove colleziona 25 presenze e 7 reti. La stagione successiva farà un’esperienza nella primavera del West Ham, una tra squadre più importanti e storiche del calcio inglese, ma non sarà poi riscattato dal prestito e andrà nell’Honvèd dove in due anni realizzerà 7 centri. Nel 2011 grazie al dirigente Ivano Bonetti, Bajner veste la maglia del Sulmona. Esordice nel match casalingo contro il San Salvo e, segna il suo primo gol in biancorosso contro il Mosciano il 23 Novembre 2011. Alla fine della stagione metterà insieme 18 partite e 11 gol con la casacca ovidiana, vincendo anche la Coppa Italia d’Eccellenza dove segnerà anche una rete nella finale contro la Rosetana vinta per 4-1. In estate inizia la preparazione con gli ungheresi del Siofok, ignaro che nella stagione in maglia biancorossa aveva attirato l’attenzione del Borussia Monchengladbach e soprattutto di Jurgen Kloop, allenatore del Borussia Dortmund. Il Dortmund lo mette sotto contratto e lo farà alternare tra la seconda squadra giallonera , che milita nella terza divisione tedesca, e la panchina delle “Klopp truppen”. Con la seconda squadra gioca costantemente, realizzando 5 reti in 21 presenza. Segnerà il suo primo gol con Reus e compagni nell’amichevole vinta per 3-1 contro l’Albacete .Verrà convocato per la prima volta in partite ufficiali con la prima squadra, contro l’Eintracht Francoforte ed esordirà contro il Borussia Monchengladbach, subentrando al 71’ a Leitner. Solo il fatto di non essere stato inserito nella lista UEFA gli impedirà di andare in panchina nella finale di Champion League di quest’anno, persa contro il Bayern Monaco, al posto dell’infortunato Mario Gotze. Insomma dal quarto posto nell’Eccellenza abruzzese della stagione 2011/2012, allo sfiorare il più prestigioso trofeo continentale l’anno successivo, è questa la storia di Bàlint Bajner. Lui e Dos Santos sono la dimostrazione più solare che bisogna inseguire i propri sogni, perseverando e lavorando duramente. Con ostinazione. E’ raro, infatti, quasi impossibile, arrivare ai massimi livelli quando a 20 anni si sta ancora giocando in campionati dilettantistici. Nel calcio moderno il giocatore deve seguire un percorso di formazione ben definito, che parte dalle giovanili dei massimi club. Formazione che arriva all’apice a 18-19 anni. Da quel momento le strade si dividono: o l’atleta farà gavetta tra club di medio prestigio per poi, in futuro, tornare nella società che l’ha lanciato qualora si sia dimostrato tecnicamente superiore alla categoria dove ha militato e si è fatto le ossa. Oppure se il calciatore è già formato, ed è un giovane già in grado di esordire nella massima serie, lo si aggrega alla prima squadra (vedi i vari Messi, Totti, Balotelli, Bergomi, Del Piero, Maldini già titolari a diciassette anni). Dos Santo e Bajner invece sono partiti dal basso per arrivare in alto, ci auguriamo che rimangano il più in alto possibile.

Valerio Di Fonso