LA CITTA’ NON SI ENTUSIASMA

Come lente falcate elefantiache. E’ cosi che è partita la corsa lungo via Mazara a Sulmona,  a chi arriva primo a palazzo San Francesco per le amministrative del 26 e 27 maggio prossimo.  Con sette candidati sindaci ai nastri di partenza sembra essere certo che  varcheranno in due quell’antica porta: il ballottaggio del 9 e 10 giugno decreterà chi indosserà  la fascia tricolore per governare l’indomabile Sulmona. Quella delle tre legislature consecutive naufragate e consegnate ai commissari prefettizi. Anche se l’ultima ha ceduto a pochi mesi dalla fine. Se fosse un evento, quella di quest’anno, rispetto alle 4 precedenti tornate elettorali, sarebbe sicuramente l’edizione dei record: 7 candidati sindaci di contro ai 6 nel 2004 e 2008, mentre si presentarono in 4 sia nel 1997 che nel 2001. 20 liste in questa competizione elettorale rispetto alle 11 del 2008, 16 nel 2004, 15 nel 2001 e 12 nel 1997 (dati forniti dall’ex presidente del Consiglio comunale Nicola Angelucci). Mentre 5 anni fa si contarono 214 candidati Consiglieri e 9 anni fa 300 (280 nel 2001 e 237 nel 1997), oggi  sono 314 gli aspiranti  Consiglieri comunali schierati in campo , tra cui 121 donne (7 capolista), segnando un notevole incremento della presenza femminile, nonostante l’assenza di un candidato donna alla poltrona di primo cittadino.  Si stanno dando da fare in questi giorni, ognuno a modo proprio, chi restando ancorato a un vecchio modo di fare politica, obsoleto,  convinto che basti l’iscrizione a un social network per essere moderno,  riuscendo a trasmettere solo  la propria  ambizione di raggiungere a tutti costi l’obiettivo; chi, invece, si affida al classico porta a porta, perchè costa meno e risparmia i santini e chi agli incontri “casuali” passeggiando lungo Corso Ovidio. I comizi di un tempo diventano aperitivi all’aperto, vecchie edicole comitati elettorali. Chi, preso dall’ansia dell’organizzazione di inaugurazioni e incontri dimentica la stampa, chi si affida alla semplicità senza fronzoli, chi non fa leva sulla sua immagine, ma sul nome e su quello che ha da dire e  c’è chi utilizza l’arte e la creatività per  innovare, senza l’insistente tentativo di convincere di essere migliori,  lasciandolo decidere  agli altri, semplicemente sforzandosi  di cercare e di creare novità per attirare, un modo altro, più originale, che può, forse, restare impresso nell’elettore. Per la prima volta nella storia delle elezioni sulmonesi partecipa anche un ventenne di etnia rom come candidato al Consiglio comunale:  segnale di integrazione del popolo rom, che da generazioni risiede nel capoluogo peligno, per contribuire, partecipando attivamente alla politica, allo sviluppo della città. Guardandoci intorno e osservando i primi passi di competizione elettorale, sembra che non ingrani l’entusiasmo, quel frizzante e contagioso veicolo fondamentale per cancellare quelle eventuali tracce di mere ambizioni a posti di potere in una città dove il potere, quello vero e utile a risolvere i guai, è ormai sbiadito. Una città che sembra morire nel sonno e che qualcuno dovrà svegliare. Cominciando dalla campagna elettorale.

g.s.