STORIA DI UNO SPRECO
Tre ragazzine a prendere il sole. Almeno a qualcosa è servita la cava di “Pietre Regie”, nonostante tutto.La storia della cava e del suo tentato recupero sono scritte sul tabellone che si trova all’ingresso di quello che nelle intenzioni doveva diventare un Parco per la cittadinanza della Valle Peligna. Situata poco più a sud degli impianti sportivi dell’Incoronata, la cava rimase in funzione fino agli anni 60. Dopo l’abbandono si trasformò in discarica abusiva. Tra gli anni 2000 e 2002 il Comune di Sulmona riuscì ad ottenere fondi regionali per circa 300 milioni di vecchie lire che servirono ad un’ampia opera di riqualificazione ambientale che coinvolse una vasta area fino ad arrivare al Colle Savente, sopra al Cimitero di Sulmona. Con il progetto redatto dal Dott. Michele La Storia, furono sistemati i piazzali di cava, eliminato il dissesto idrogeologico lungo i pendii, messe a dimora molte e diverse varietà vegetali, creati percorsi escursionistici con staccionate e panchine, realizzati punti di sosta con gazebo, costruite alcune fontane. Tutto bello, ma come spesso avviene nel nostro bel paese, non si è guardato oltre e così finiti i soldi è finita anche la bella favola. Molte piante si sono seccate, anche perché in una fontana l’acqua non è mai arrivata per motivi burocratici, le staccionate lungo i sentieri sono distrutte, un gazebo fa cattiva mostra di sé, un altro gazebo, quello di Colle Savente non esiste più, trascinato via dal vento, almeno così dicono i più ottimisti verso il prossimo. Negli anni passati c’è stato qualche tentativo di valorizzazione dell’area da parte di associazioni come il CAI di Sulmona che vi organizzò un concerto del Coro Polifonico dell’Università dell’Aquila, ma in alcuni casi la buona volontà non basta. Un’altra occasione mancata per Sulmona che voleva un’opera finalizzata ad attività sportive, culturali, didattiche e al tempo libero. Come no! Chissà se lo sanno quelle tre ragazzine.
Roberto Bezzu