PD “MAI SCONFESSATO PRIMARIE NE’ IL VINCITORE”

“La segreteria del Pd non ha mai messo in discussione il valore delle primarie, nè l’esito delle stesse”. Lo afferma oggi il vertice locale del partito attraverso un comunicato, innescando il dietrofront, dopo che la vicenda è divenuta un “caso nazionale”, finendo sulle pagine web de Il Giornale, e all’indomani della scelta di rivolgersi con una lettera ai leader nazionali Pierluigi Bersani e Rosy Bindi  fatta, in nome del popolo delle primarie a difesa delle elezioni che hanno designato Ranalli come candidato sindaco del centrosinistra, da Salvatore Di Cesare, membro della segreteria, da Sandro De Panfilis, del direttivo, insieme ad alcuni iscritti  del Pd sulmonese. IL Segretario del Pd sostiene nella nota che “IL Pd insieme a Sel è stato il partito che da subito ha proposto e voluto le primarie”. Spiegano che “con Ranalli si è tentato di fare dopo le politiche un ragionamento sull’ampliamento della coalizione che però non è stato recepito nella maniera in cui il Pd lo ha proposto, ovvero quello di creare un tavolo allargato che ricomprendesse anche il Psi, Sulmona Democratica, Udc e Rialzati Abruzzo. E questo per avere maggiore successo nella competizione elettorale che va affrontata non solo avendo come avversari il Pdl, ma anche il Movimento 5 Stelle. Abbiamo preso atto che la nostra proposta non è stata recepita” continua la nota “o non è stata di fatto praticabile a causa di veti personali che caratterizzano lo scenario politico sulmonese”. Si ribadisce poi che “Il Pd non ha sconfessato le primarie nè il suo vincitore. I modi usati in questi giorni da tutti ed alcune fantasiose iniziative recentemente assunte non aiutano la città. Il Pd come partito in cui comunque si discute a volte fin troppo animatamente, ma in cui comunque si discute, invita tutti ad abbassare i toni e a continuare a lavorare affinchè l’esito delle primarie non sia condiviso solo dal Pd e da Sel, ma anche da altri partiti dal Psi, da Sulmona Democratica e da tutti coloro che non vogliono sindaci decisi a tavolino”