ABITI, PER LA PELINO IL CONTO SI FA PIU’ SALATO
Continua la battaglia a colpi di carta bollata per la neosenatrice sulmonese, Paola Pelino, il cui conto da saldare alla boutique pescarese si fa più salato. Si aggiungono le spese legali fissate dal Tribunale di Pescara nella sentenza con cui ha condannato l’imprenditrice sulmonese a sborsare oltre tredici mila euro, secondo quanto racconta questa mattina il quotidiano Il Tempo. Dopo che sabato scorso la notizia, pubblicata prima da L’Espresso, ripresa da Il Tempo e rimbalzata sulle cronache degli altri quotidiani anche nei giorni successivi, le proprietarie del negozio di Pescra si erano trincerate dietro un no comment, la senatrice, in diverse interviste sulla stampa, si era giustificata asserendo che la merce le era stata consegnata senza scontrini fiscali, annunciando quindi querele e opposizioni al decreto ingiuntivo. Rompono il silenzio le proprietarie della boutique affidando ai propri legali, Fabio Abbruzzese e Paolo Cacciagrano, la propria versione, secondo cui “il Tribunale di Pescara – scrivono gli avvocati in una nota – in data 28 novembre 2012 con sentenza 1556 provvisoriamente esecutiva, ha condannato la senatrice al pagamento della somma di 11.136 euro, oltre compensi pari a 2 mila euro, di cui 200 per spese interessi legali, in favore della società Le Gabrielli. Il giudice di primo grado quindi ha accertato che la senatrice ha acquistato capi di abbigliamento nel 2009 senza corrispondere il relativo prezzo”. Secondo gli avvocati dunque “le vendite di vestiti a Paola Pelino sono avvenute in ossequio alla disciplina tributaria”. I legali smentiscono anche le garanzie da parte del senatore Gaetano Quagliariello nell’adempimento del debito. “Quagliariello” scrivono “ha solo auspicato una composizione bonaria della vicenda”.